spaccio-emoticon-whasappUn trifoglio che non porta fortuna ma rappresenta una dose di marijuana. Una pila di libri che non è un invito a studiare ma il numero di grammi di droga commissionati. “Andiamo a bere” non è un invito a uscire ma la richiesta di acquisto di Ketamina liquida. Comunicavano così i giovani e giovanissimi spacciatori, colti sul fatto dalla polizia di Monza. Otto arresti – sette in flagranza di reato – e cinque sottoposti all’obbligo di dimora. Ma la rete potrebbe essere molto più allargata: 61 indagati per ora. Il tribunale ha emesso anche una cinquantina di decreti di perquisizione.

Avevano costruito un linguaggio in codice su Whatsapp e Facebook, che le autorità cercavano di decifrare da gennaio. Le indagini sono iniziate dopo che una minorenne era stata ricoverata in stato dissociativo a causa dell’assunzione di ketamina. L’operazione “sballo 2.0” ha portato la polizia di stato a cogliere sul fatto alcuni degli spacciatori: emoticon e telefonini per organizzare scambi di marijuana, hashish, cocaina, ketamina, “francobolli” imbevuti di Lsd. E ancora riciclo di denaro proveniente dallo spaccio, e di banconote false.

Sono tutti italiani i ragazzi coinvolti. Vengono da buone famiglie senza problemi sociali o economici evidenti. All’apparenza conducevano una vita comune. Scoperta anche una piccola serra, dove veniva coltivata la marijuana da vendere.

Michela Rovelli