SACCHE SANGUEIn Italia è boom di donatori di sangue, ma attenzione alle infezioni. Epatite, Hiv e sifilide sono le più diffuse. Circa seimila volontari, su quasi due milioni, sono risultati positivi a malattie trasmissibili con il sangue tra il 2009 e il 2011. L’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ha analizzato anche le caratteristiche di questi volontari. L’età media è di 41 anni e la maggior parte di loro (circa il 75%) è nata in Italia, il 15,7% in Europa e solo il 5,1% in Africa.

Nella gran parte dei casi (81,1%) la positività è stata riscontrata nei donatori testati per la prima volta, dato che indica la necessità di promuovere un’adeguata informazione sin dal momento del reclutamento. Donare il sangue può infatti diventare un’utile occasione per un check up completo.

L’infezione da Hiv è invece più spesso riscontrata nei donatori sottoposti a test ripetuti (52,4%). L’epatite B è la malattia più diffusa, mentre la sifilide è quella in cui si riscontrano maggiormente nuovi casi rispetto al passato. I fattori di rischio più segnalati sono i rapporti eterosessuali occasionali per l’Hiv (28,7%), mentre per l’epatite B e C bisogna fare attenzione più alle cure odontoiatriche e gli interventi chirurgici (26,6% e 22,2%). Anche se, in oltre il 70% dei casi non è stato possibile identificare i fattori di rischio. Questo perché nella metà dei casi i donatori non sanno che alcuni comportamenti (come tatuaggi e piercing eseguiti senza il rispetto delle norme igieniche) possano  causare infezione importanti.

Maria Chiara Furlò