Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, morta nel 2019, è risultata titolare effettiva di beni derivanti dall’eredità dell’avvocato detenuti in paradisi fiscali. È quanto scritto dalla procura di Torino nel decreto di perquisizione notificato dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta nata da un esposto di Margherita Agnelli, figlia di Marella e Gianni. Alcune firme riconducibili alla donna, trovate su aggiunte testamentarie e contratti di locazione, spiegano i magistrati, sarebbero di natura apocrifa. «Siamo confidenti che gli accertamenti in corso facciano luce sui fatti per come si sono effettivamente svolti», ha dichiarato l’avvocato di Margherita, Dario Trevisan, «le volontà della mia assistita sono quelle di assicurare un equo trattamento a tutti i propri figli, secondo le norme di legge. Che la loro tutela possa trovare componimento solo nelle aule giudiziarie non dipende dalla sua volontà. È un fatto incontrovertibile che, proprio nel giorno della morte di Marella Caracciolo, John Elkann, con i suoi due fratelli, abbia promosso un’azione giudiziaria in Svizzera contro la propria madre, prima ancora che fosse sollevata qualsiasi contestazione sull’eredità della nonna, non essendo, a quella data, neppure stato pubblicato alcun testamento». Subito dopo la morte di Marella infatti, è iniziata una battaglia legale tra Margherita, esclusa dall’eredità della madre, e i suoi figli, destinatari di tutto il patrimonio della nonna.  «A quella data, peraltro, l’unica altra azione giudiziale pendente, era quella relativa ad un contenzioso svizzero, iniziato nel 2016 da Marella Caracciolo, subito dopo sostituita da John Elkann, contro Margherita Agnelli che, conseguentemente, faceva valere le proprie difese. Non risulta, inoltre, in nessun testamento di Gianni Agnelli che Margherita Agnelli e i suoi discendenti dovessero essere estromessi da quella parte di asse ereditario a lei mai rendicontato, né risulta che Marella Caracciolo si sia mai effettivamente espressa in tal senso», ha continuato Trevisan.