Lo stabile esploso in via Giuseppe Galati (foto Ansa)

Lo stabile esploso in via Giuseppe Galati (foto Ansa)

“C’è stato un boato fortissimo”, hanno raccontato i residenti. Poi le fiamme dell’incendio. Scene di panico nella periferia di Roma dove, nella notte tra il 19 e il 20 Gennaio, si è verificata l’esplosione di un appartamento in uno stabile di via Vito Giuseppe Galati, nel quartiere Colli Aniene. Gente spaventata, persone che urlavano, uomini che scappavano dalle finestre. Per un bilancio finale che conta un morto e 14 feriti, tra cui un codice rosso.

Lo scoppio sarebbe stato provocato da una bombola di gas, trovata all’interno di un’abitazione al primo piano, nei pressi dell’ingresso e con la manopola aperta. È questa che avrebbe ucciso Pasquale Castaldo, 50enne napoletano che viveva nel piano superiore. L’uomo, nonostante avesse cercato di ripararsi nel bagno, è comunque morto per intossicazione da fumo.

Non si esclude nessuna pista, compresa quella dolosa. Nei pressi del palazzo, infatti, sopra una Smart, è stato trovato dagli investigatori un biglietto di minacce. ‹‹Il Signore la casa non ve la farà godere perché siete ladri, più ladri›› c’era scritto sul foglio, subito sequestrato dalla polizia scientifica, che sta indagando per far luce sulla vicenda. Forse una vendetta, quindi, da parte dell’ex inquilina dell’appartamento esploso, sfrattata qualche tempo fa dal proprietario, che più d’una volta aveva minacciato di far saltare in aria la casa.

Intervenute immediatamente sul posto, le otto squadre di vigili del fuoco hanno fatto evacuare i cinque piani dello stabile. Mentre le ambulanze del 118 hanno trasportato in ospedale otto delle 14 persone salvate. Per una storia su cui ancora deve essere fatta chiarezza.

Andrea Cominetti