Estorcevano soldi a commercianti e titolari di bar di Roma con minacce e violenze. Il denaro veniva poi “reinvestito” in società di comodo, per riciclarlo. Un sistema criminale in cui, secondo i magistrati romani, il punto di riferimento era Sergio De Gregorio. L’ex senatore del Pdl è stato arrestato mercoledì 3 giugno dagli uomini della Squadra mobile di Roma. Il gip Antonella Minnuni ha emesso l’ordinanza di provvedimenti restrittivi a carico di De Gregorio e di altre otto persone. Estorsione, riciclaggio ed auto riciclaggio sono i reati contestati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Gli uomini della Squadra mobile hanno eseguito anche un sequestro preventivo delle quote sociali e dei conti di alcune aziende, oltre a circa 480 mila euro.

I complici – Gli altri arrestati sono Antonio Fracella e Vito Frascella, entrambi ex militari della Marina, di origini pugliesi, la campana Giuseppina De Ludicibus, la commercialista Michela Morelli, di Rovereto, già pregiudicata per reati tributari, truffa e bancarotta fraudolenta. Ai domiciliari un altro pugliese, Vito Meliota e il romano Corrado Di Stefano, da tempo residente all’estero e al momento irreperibile. Per Michelina Vitucci, di Bari, è stato invece disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

La truffa – «Ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionali», così il gip Minunni descrive il modus operandi di De Gregorio nell’ordinanza. Per gli inquirenti l’ex senatore è «il punto di riferimento indiscusso» del gruppo. Uno «stratega, sempre pronto a ‘sistemare’ le cose. È lui che risolve le questioni sorte all’interno della banda e che suggerisce ogni volta le strategie difensive». «È recidivo, avendo riportato, tra l’altro, condanne per corruzione in atto contrario ai doveri d’ufficio». Le indagini sono partite dalla denuncia del titolare di un bar di via Chiana, nel quartiere Trieste a Roma, che ha raccontato di aver subito una richiesta indebita di denaro per 80 mila euro. I riscontri con intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’estorsione. «Vuoi tenere aperto questo bar o no? Vuoi tenere aperto questo c…o di bar? Vuoi che torniamo domattina e ti mettiamo i sigilli?», queste le minacce esplicite rivolte al proprietario del bar alla presenza di De Gregorio. In un altro episodio, a essere minacciato è l’acquirente di un bar in via Flavia. Questa seconda vicenda ruotava intorno alla cessione del locale tramite una clausola che permetteva di recuperare la licenza in caso di inadempimento. Non appena il gestore non è stato in grado di versare alcune rate, sono partite le minacce per riottenere la licenza. «Mi hanno minacciato – ha raccontato il titolare sentito dagli inquirenti – mi hanno aspettato sotto casa, così ho deciso di mollare tutto e andare via».

I mille volti di De Gregorio – Comprato per tre milioni di euro da Silvio Berlusconi per far cadere il governo Prodi nel 2008, sfiorato e uscito indenne da gravi vicende giudiziarie, De Gregorio risulta aver avuto opachi contatti con la camorra e con esponenti dei servizi segreti. Nato il 16 settembre 1960 a Napoli, è stato un giornalista prima di darsi alla politica. Nell’agosto del 1995, quando lavorava per il settimanale Oggi, fu protagonista di uno scoop: scovò il pentito Tommaso Buscetta in crociera e gli fece un’intervista. Poi la decisione di scendere in politica, tra giravolte e cambi di casacca: dal Psi a Forza Italia, da Italia dei Valori al Pdl fino al Movimento italiani nel mondo. Nel 2008 è lui che contribuisce alla caduta del secondo governo Prodi. Berlusconi lo paga tre milioni di euro per passare dall’Idv – il partito di Antonio Di Pietro che all’epoca faceva parte dell’Unione di Prodi – a Forza Italia. È stato lo stesso De Gregorio a rivelarlo, in qualità di testimone d’accusa nel processo sulla compravendita dei parlamentari che vide imputati Berlusconi e Valter Lavitola, poi condannati a 3 anni nel 2015, reato caduto in prescrizione. Nel 2007 De Gregorio viene coinvolto in un’indagine per riciclaggio e favoreggiamento alla camorra, nel 2008 a Reggio Calabria è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, un caso archiviato. Nel 2012 è coinvolto in un’altra inchiesta sulle false fatturazioni del quotidiano ex socialista L’Avanti, di cui era stato direttore: vengono richiesti per lui gli arresti domiciliari ma i colleghi del Senato lo salvano negando l’autorizzazione a procedere. Il 15 marzo 2013, terminato il suo mandato da parlamentare e decaduta l’immunità, si è costituito a Roma e ha scontato gli arresti nella sua casa ai Parioli. Il 3 giugno è stata la prima volta che De Gregorio ha varcato la soglia di un carcere. Venerdì 5 è previsto l’interrogatorio di garanzia.