La commissione Politiche europee del Senato ha respinto una proposta di regolamento europeo centrata sul riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali in tutto il continente. Undici voti a favore e sette contrari: è dunque passata la risoluzione negativa presentata dal senatore Giulio Terzi di Fratelli d’Italia, che, però, non ha un valore legislativo. La proposta di regolamento è ancora al vaglio e dovrà essere votata in futuro dal Consiglio dell’ Unione europea. Ma la bocciatura italiana potrebbe avere notevoli ripercussioni.

Unione Europea

Cittadini europei (La Repubblica)

Possibile blocco – Il cosiddetto certificato europeo di filiazione, che consentirebbe a coloro che hanno avuto figli in un Paese europeo diverso dal proprio di essere riconosciuti come genitori anche nel proprio Stato, deve essere accolto all’unanimità da tutti i partner europei. Il voto della commissione del Senato costituisce dunque un potenziale problema. Se il governo si adeguasse, il regolamento non passerebbe. Misura che, invece, sarebbe cruciale sia per le famiglie composte da genitori dello stesso sesso, sia per quelle eterosessuali che hanno avuto figli ricorrendo alla maternità surrogata.

Le ragioni del no – Alla base della linea dura del Senato, il mancato rispetto dei «principi di sussidiarietà e di proporzionalità». In altre parole, secondo la commissione, l’approvazione del regolamento europeo produrrebbe un’invasione delle istituzioni europee sulla politica nazionale, ritenuta inaccettabile, e uno scontro con le rispettive norme. La Corte Costituzionale non ritiene illegittima l’omogenitorialità, ma la legge italiana vieta le pratiche che permettono a persone dello stesso sesso di diventare genitori. Queste pratiche sono essenzialmente due: la Pma, acronimo di procreazione medicalmente assistita, consentita in Italia solo alle coppie eterosessuali, e la Gpa, vale a dire la gestazione per altri, ossia la maternità surrogata, praticata in alcuni Paesi esteri e rivolta soprattutto ai padri. Attualmente, secondo una sentenza a Sezioni unite della Cassazione del dicembre 2022, la tutela del minore, figlio di una coppia dello stesso sesso, può essere assicurata soltanto attraverso la sua adozione.

Stop per Milano – Il blocco contro la proposta di regolamento europeo è arrivato sull’onda di una misura restrittiva del governo ai danni delle famiglie omogenitoriali. Il ministero dell’Interno aveva inviato una circolare alle prefetture del Paese chiedendo ai sindaci di non trascrivere più i provvedimenti giudiziari provenienti dall’estero. Un brusco colpo soprattutto per la città di Milano, una delle poche in Italia disposta a riconoscere i figli nati da due padri e due madri e che conta 300 famiglie dello stesso sesso riconosciute con i loro figli, più altre in attesa. Il sindaco Beppe Sala, attraverso il suo podcast Buongiorno Milano, ha spiegato che dovrà rinunciare momentaneamente alla trascrizione dei certificati, ma che si farà «carico di portare avanti politicamente questa battaglia affinché continui il cammino del riconoscimento dei diritti di tutti e tutte».