Fu Papa Wojtyla, a svelare il 13 maggio 2000, esattamente 20 anni fa, il contenuto del Terzo Segreto di Fatima, l‘ultime di tre profezie attribuite alla Madonna apparsa, secondo il racconto dei protagonisti, a tre pastorelli portoghesi nel 1917 e ritenuta dai fedeli foriera di sventure. Il mistero era rimasto tale per oltre 80 anni con il benestare sia di chi aveva trascritto il messaggio, Suor Lucia, l’ultima testimone rimasta in vita, sia delle pochissime autorità ecclesiastiche che l’avevano letta.
Il contenuto – Oggi sappiamo ciò che per anni è stato nascosco da un alone di mistero. Suor Lucia, nell’ultima trascizione della rivelazione di Maria ai tre pastorelli, parlò di luce, di Dio e di un vescovo vestito di Bianco. Proprio intorno a questa figura, definita «il Santo Padre» si sviluppa, nella narrazione della veggente, una profezia di morte: «Giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi d’arma da fuoco e frecce».
Segretezza – Suor Lucia, quando trascrisse il Terzo Segreto, disse espressamente: «Questa busta può essere aperta nel 1960». Così nacque il mistero del Terzo Segreto di Fatima. La Chiesa, però, anche dopo il 1960 si è divisa tra chi riteneva importante rivelare alla comunità il contenuto della lettera e chi credeva nel bisogno di tenerlo celato. Papa Giovanni XXIII, per esempio, non ritenne opportuno renderlo pubblico e lo stesso fecero tutti i suoi successori. Il Cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, avendo letto il testo integrale, nel 1996 dichiarò a una radio portoghese che in proposito non c’era nulla di cui preoccuparsi e che il mistero doveva rimanere tale per evitare di confondere la profezia religiosa con il sensazionalismo.
Rivelazione – Fù Papa Giovanni Paolo II a convincere la Chiesa della necessità di rivelare il contenuto della profezia. Il «Vescovo Vestito di Bianco» che «viene ucciso», come si legge nel testo di Suor Lucia, era la profezia del suo attentato, il fallito agguato di Mohamed Alì Agca avvenuto il 13 maggio 1981 in piazza San Pitero, a Roma. Giovanni paolo II ha sempre sostenuto che fu la Madonna a deviare i proietili del terrorista turco. Per questo ha fatto incastonare una delle pallottole nella corona della statua della Madonna a Fatima e ha poi scelto il 13 maggio, il giorno dell’attentato, per rivelare il terzo segreto in occasione della beatificazone dei due pastorelli Francisco e Jacinta,. L’allora cardinale Joseph Ratzinger (poi Papa Benedetto XVII), nella sua interpretazione teologica, disse: «Il segreto nelle sue tre parti non appaga la nostra curiosità, ma ha un solo significato: l’esortazione alla preghiera per la salvezza delle anime e il richiamo alla penitenza e alla conversione».
Gli eventi – Fatima è la località portoghese in cui, secondo la Chiesa Cattolica, la Vergine Maria sarebbe apparsa nel 1917 a tre pastorelli rivelando loro alcune profezie espresse come visioni, testimonianze e immagini. Le apparizioni, secondo il racconto dei bambini, furono in tutto sei e si susseguirono tra il 13 maggio e il 13 ottobre di quell’anno sventurato, penultimo della Grande Guerra. Durante la visione del 13 luglio la Madonna avrebbe rivelato un segreto, diviso in tre parti, annunciando anche che Francisco e Jacinta, due dei tre bimbi, sarebbero morti presto, cosa che in effetti avvenne subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, mentre la terza, Lúcia, sarebbe vissuta a lungo. Sarà proprio quest’ultima, fattasi suora con il nome di Lúcia de Jesus Rosa dos Santos, a trascrivere nelle sue memorie quanto le era stato riferito dalla Vergine. Le prime due parti del segreto vennero rivelate nel 1942 econtenevano riferimenti all’inferno, della devozione al Cuore Immacolato di Maria, della guerra e di altri conflitti, poi interpretati come richiami alla Seconda Guerra mondiale e alle frizioni tra la Russia e l’ateismo comunista. La trascrizione del terzo segret, tardò a essere messa nero su bianco. La suora era gravemente malata quando, ubbidendo all’imperativo del vescovo di Leiria, gli consegnò nel 1944 il contenuto della rivelazione.
Il testo enigmatico – L’immagine del sangue su una tonaca bianca, i colpi di arma da fuoco e poi le parole di morte: «Il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino» e continua «varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni». Secondo molti credenti il testo del Terzo Segreto di Fatima resta un enigma la cui soluzione potrebbe dirci ancora molto del domani. Una credenza difficile da superare, sebbene Ratzinger abbia detto che nel segreto «il velo del futuro non viene squarciato». Ancora di recente qualcuno ha creduto di riconoscere nelle parole di Lucia, l’immegine di Papa Bergoglio durante la Benedizione Urbi et Orbi del 23 marzo 2020, solo, in una Piazza San Pietro bagnata e deserta, a pregare per le vittime della pandemia da coronavirus