La legge sulla procreazione medicalmente assistita (Pma) è nata vent’anni fa, il 19 febbraio 2004. Da subito al centro di diverse polemiche, la normativa è cambiata molto in questi anni. In occasione dell’anniversario, il Registro Nazionale dell’istituto competente ha rilasciato alcuni dati che dimostrano come l’utilizzo della fecondazione assistita sia raddoppiata in questi vent’anni: da poco più di 60.000 casi si sono superati i 110.000. Questo anche perché, con diverse sentenze della Corte Costituzionale, la legge ha aperto a coppie a cui prima era vietato il ricorso alla Pma. Dal 2004 al 2024, in tutto sono nati in Italia oltre 217mila bambini con questo tipo di procedura. È anche salita l’età media delle donne che si sottopongono alla fecondazione assistita: in Europa era 35 anni già nel 2019, in Italia è arrivata ora ai 37.

Per i 20 anni della legge 40/04, è stato organizzato un dibattito a Firenze, che si terrà al palazzo di giustizia di Novoli. «La legge che più volte è finita sul banco degli imputati, cioè di fronte alla Corte Costituzionale», l’ha definita Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e una delle avvocate che maggiormente si sono battute al fianco dei cittadini per difendere questa legge. Un regolamento controverso che, per la Gallo, ha avuto bisogno dell’istituzione di un collegio di giuristi specializzato ad assistere le coppie.

Ogni anno il Comitato Onu per diritti sociali chiede all’Italia di rimuovere gli ostacoli all’accesso a tutte le tecniche di Pma.  Attualmente sono tre i divieti ancora oggetto di dibattito: il divieto di utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica, Il divieto di revoca di consenso e il divieto di accesso alla fecondazione assistita per single e coppie dello stesso sesso. Proprio su questi due ultimi punti, fonti di protesta dalla comunità LGBTQ+, si concentrerà Giacinto Bisogni della sezione civile della Corte di Cassazione, nella conferenza a Novoli. Il titolo dell’incontro è appunto: «Le recenti pronunce delle Supreme magistrature su coppie omogenitoriali e l’irrevocabilità del consenso».