Ha confessato. È stato Vittorio Fernando Vincenzi, farmacista italiano di 56 anni, a uccidere Elizabeth Huayta Quispe. L’ha strangolata nella cucina dell’appartamento dove vivevano ancora insieme, anche se la relazione era finita. Al secondo piano di una palazzina di sette, che guarda sulla stazione ferroviaria di Seveso in Brianza.

Elizabeth veniva dal Perù e non aveva neanche trent’anni. Era da molto in Italia e da tempo viveva insieme a Vincenzi. Con il compagno c’erano già state separazioni, ma questa sarebbe stata l’ultima. Perché Elizabeth aveva deciso di lasciarlo definitivamente. Sembra che prima dell’omicidio ci sia stata una lite. E che per ucciderla l’uomo abbia anche usato una pentola d’acqua, nel tentativo di affogarla. Poi l’ha strangolata. Nell’appartamento erano presenti i figli della coppia. Il più grande ha tre anni, la piccola ne ha solo uno.

I carabinieri sono stati chiamati dai vicini di casa, che hanno sentito litigare i due a voce molto alta. Non era la prima volta. Guidati dal capitano Danio Vinciguerra, i militari della compagnia di Seregno sono stati i primi a entrare nell’appartamento. Hanno arrestato l’uomo per omicidio in flagranza di reato. Aveva cercato di nascondere il cadavere dietro un mobile. Ammanettato e portato in caserma, Vincenzi è stato interrogato dal pm di Monza Giulia Rizzo. Non sono ancora chiare le motivazioni del gesto perché il colpevole ha ammesso unicamente l’assassinio. Sul corpo della donna, trovato sul pavimento della cucina, sarà eseguita l’autopsia.

La morte di Elizabeth è l’ultimo di una lunga serie di femminicidi italiani. Nei primi dieci mesi dell’anno, secondo il Corriere della Sera,  sono state 116 le donne uccise in tutto il paese. Più di una ogni tre giorni. La Lombardia è la regione che detiene il numero più alto di donne assassinate: venti nei primi dieci mesi del 2016. Una ogni due settimane.

Poco prima della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ricordata in tutto il mondo il 25 novembre, Maria Elena Boschi è tornata a esprimersi sui centri antiviolenza. La ministra delle Riforme, che è anche titolare delle Pari Opportunità, ha annunciato un potenziamento delle risorse. «Abbiamo messo 19 milioni di euro in più per il prossimo biennio, che si aggiungono ai 13 milioni di euro che già c’erano», ha dichiarato intervenendo in un convegno sulla violenza di genere. A settembre la Corte dei Conti aveva ricordato al governo la necessità di istituire un osservatorio nazionale sulle violenze contro le donne.