Joe Biden e Xi Jinping (rawpixel.com)

Un accordo per fermare la rete globale dietro alla crisi del Fentanyl, che l’anno scorso ha ucciso 70mila persone solo negli Stati Uniti, è tra gli elementi chiave dell’incontro del 15 novembre tra Joe Biden e Xi Jinping. La droga è responsabile di sette morti per overdose su dieci negli Usa. L’intesa arrivata al vertice di San Francisco, che ha coinvolto anche il Messico, prevede l’impegno di Pechino a perseguire i trafficanti del precursore usato per produrre la droga in cambio dell’eliminazione da parte di Washington di una serie di sanzioni imposte al regime di Xi.

Che cos’è e i suoi rischi – Il Fentanyl è un analgesico usato nella terapia del dolore, un oppiaceo di altissima potenza che genera dipendenza, può provocare stordimento ed euforia e ha una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina. «Quando usato a scopo terapeutico, riduce il dolore senza creare assuefazione. Il problema sorge quando gli oppiacei vengono usati a sproposito per tempi più lunghi», spiega il dottor Riccardo Gatti, medico specialista in psichiatria esperto di dipendenze, che attualmente coordina il tavolo tecnico sulle dipendenze di Regione Lombardia. E aggiunge: «I “grossisti” delle sostanze spesso uniscono eroina, cocaina e anche altre droghe, ai derivati del Fentanyl. Questo rende più difficile il soccorso perché i comuni dosaggi dell’antidoto contro le overdose da oppiacei, il Naloxone, possono essere insufficienti. Ne risulta un consistente aumento diepisodi mortali. Dosare i derivati del Fentanyl è molto difficile e sul mercato clandestino si trovano sostanze diverse tra loro, con differenti potenze, spesso non del tutto note a chi le vende. Anche una piccolissima dose può essere letale».

Rete globale – La rotta del commercio illegale, tracciata in un reportage del Financial Times, coinvolge Cina, Messico e Stati Uniti. I precursori utilizzati per produrre il Fentanyl sono prodotti in fabbriche anonime in Cina e venduti apertamente su Internet, a volte in cambio di criptovalute. Per essere spediti vengono camuffati con etichette fittizie, per esempio “cibo per cani”. Una volta arrivati in Messico, i precursori vengono “trattati” nei laboratori segreti dei cartelli, che testano il prodotto direttamente sugli esseri umani. La droga finale, spesso inserita in pillole contraffatte, viene contrabbandata negli Stati Uniti attraverso tunnel, camion, aerei e zaini. «Produrla costa pochissimo quindi è molto redditizia e occupa meno spazio nei container rispetto a cocaina ed eroina, quindi può essere occultata con maggiore facilità», spiega Gatti.

La situazione in Europa – Questa famiglia di oppiacei non è decollata in Europa, dove ogni anno sono circa 200 le overdose legate a questa sostanza. Tuttavia, la possibile distribuzione di Fentanyl inizia a generare allerta anche nel Vecchio Continente. «La Commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson ha lanciato l’allarme a ottobre, dopo aver incontrato a Bruxelles i ministri dell’Interno di 14 Paesi dell’America Latina», racconta Gatti. Secondo l‘americana DEA (Drug Enforcement Administration), la ‘ndrangheta italiana potrebbe approfittare della logistica che usa già nei porti brasiliani per movimentare Fentanyl, oltre alla cocaina. Secondo Gatti, la situazione è da tenere sotto controllo: «Le trattative tra Usa e Cina generano pressioni sul governo messicano e azioni dirette di contrasto del traffico da parte degli Usa. C’è chi pensa che questo renda più conveniente per i cartelli messicani orientarsi verso il Sud America, anche come hub per l’Europa. C’è da aggiungere che in Afghanistan i talebani hanno ridotto la produzione dei papaveri da oppio. Nel giro di due anni sul mercato europeo ci sarà una carenza di eroina, e probabilmente quello sarà il momento più favorevole per introdurre il fentanile sul mercato. Quindi teniamo gli occhi aperti». Si pensa che una delle ragioni per cui l’Europa ha resistito finora è l’assistenza medica universale, che cura le persone invece che “tappare il buco” prescrivendo analgesici, ma anche il nostro sistema non è immune: «I Italia sono sempre più diffusi il crack e sostanze low cost, quindi c’è già la predisposizione di base per la diffusione di altro. Se dovesse arrivare il Fentanyl il nostro sistema di cura ne sarebbe travolto e non potrebbe assistere tutti in maniera adeguata».

Il decalogo anti-overdose – Il dottor Gatti ha condiviso con LaSestina un vademecum di droga.net, sito da lui curato, per prevenire l’overdose da oppiacei e la morte in caso di assunzione di oppiacei di strada o comprati via internet.

  1. Mai da soli
  2. Mai contemporaneamente
  3. Mai mischiare piu’ droghe, alcolici o farmaci
  4. Mai in un luogo difficilmente accessibile
  5. Mai in un luogo dove non c’e’ una linea telefonica o il cellulare non ha campo
  6. Sempre in presenza di altre persone che possibilmente abbiano con sé il naloxone e lo sappiano usare prontamente in caso di overdose, in attesa dell’arrivo dei soccorsi
  7. Sempre chiamare subito i soccorsi (112) in caso di qualunque malore conseguente all’uso di oppiacei
  8. Sempre rimanere in attesa dei soccorsi (mai andarsene o rimanere soli nel frattempo) e di una osservazione in pronto soccorso da parte di personale di rianimazione esperto
  9. Mai abbandonando il pronto soccorso prima del tempo, anche se ci si sente bene
  10. Riflettendo sull’accaduto