Incrociano le braccia i lavoratori delle ferrovie con stop totale di otto ore da Nord a Sud della penisola. Dalle 9 alle 17 di mercoledi 30 novembre le organizzazioni sindacali Filf Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Trasporti e Fast Confsal hanno proclamato uno sciopero d’urgenza. Ma non è finita: i Cobas spingono per una protesta di  24 ore, dalle 21 del 30 novembre alle 21 del 1 dicembre. L’astensione dal lavoro è stata decisa dopo la tragedia di Corigliano Rossano, dove un convoglio si è schiantato con un furgone rimasto sui binari dopo la chiusura del passaggio a livello, causando la morte del conducente del mezzo e della capotreno. Lo sciopero, dicono i sindacati, vuole denunciare la fragilità di un sistema infrastrutturale «dimostratosi nuovamente inadeguato per utenza e lavoratori».

Uno sciopero speciale – I sindacati di base hanno annunciato uno sciopero di 24 ore per tutto il settore. Il Garante, però, «pur riconoscendo le ragioni della protesta» li ha invitati a contenere l’astensione a 8 ore. La risposta di Cat, Cub, Sgb e Usb è stata immediata: lo sciopero rimane di 24 ore: «La questione sicurezza è troppo grave». Lo sciopero anche se improvviso è garantito perchè proclamato in base all’art.2 comma 7 della Legge 146/90, secondo cui le disposizioni in tema di preavviso minimo e durata «non si applicano in caso di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale» o «di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori».

Una questione di sicurezza – L’incidente di Corigliano ha creato agitazioni e mobilitazioni che hanno accesso i riflettori sulla questione sicurezza. «Da anni denunciamo la pericolosità dei passaggi a livello, chiedendone la soppressione totale – hanno scritto in una nota i sindacati confederali -. Eppure, nonostante l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria abbia evidenziato il numero di incidenti e di vittime determinati da incidenti analoghi a quello odierno, i passaggi a livello in Italia sono ancora migliaia». Sulla rete ferroviaria nazionale ne esistono infatti più di 4.000, tra pubblici e privati. Secondo Rif, sono 250 gli incidenti che si verificano in media ogni anno ai passaggi a livello e oltre 2.600 i casi di presenze di persone sui binari o lungo la linea. La responsabilità di questi incidenti viene, però, sempre associata ad un’infrazione del codice stradale per gli autisti che non rispettano il rosso e poche volte alla mancanza di sicurezza in queste strutture. Nel 2022 , l’ultimo report dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria, ha registrato 107 incidenti significativi. La causa principale è riferita alla «presenza indebita di pedoni e di veicoli stradali sui binari, che insieme rappresentano l’82% della casistica».

Come agire – Nella nota che ha proclamato lo sciopero, i sindacati hanno accusato le istituzioni e Rfi di non preoccuparsi di aumentare gli standard di sicurezza sull’infrastruttura ferroviaria e di non investire soldi per nell’ammodernamento della rete. Facendo pagare, così, il prezzo più caro ai lavoratori.  Secondo numeri e dati presentati durante l’ultima edizione di ILCAD, convegno per la giornata mondiale di sensibilizzazione sui passaggi a livello, Rfi nel 2022 ha eliminato 83 passaggi a livello investendo oltre 54 milioni di euro. Per il  2023 era stata dichiarata la volontà di eliminarne altri 87, per un valore di oltre 67 milioni di euro. Il piano per l’eliminazione progressiva di questi passaggi è iniziato negli anni 90, ma i tempi per la sua realizzazione sono lentissimi. Le difficoltà sono tanto finanziarie quanto burocratiche nel mettere d’accordo enti territoriali e chi deve costruire le strade che aggirino i passaggi a livello. Secondo i sindacati bastavano 49 mila euro per evitare l’incidente di Cordigliano. È il costo del dispositivo Pailp che Rfi monta solo in alcuni tratti: bloccha i treni se qualcosa è incastrato tra le sbarre e si trova sui binari. Dopo le accuse e la tragedia di Corigliano, il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha chiamato l’ad di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, che ha assicurato che Rfi «investirà e metterà a gara a breve 500 milioni per sistemi di sicurezza sui passaggi a livello».

L’incidente – Uno schianto e «un inferno di fuoco», ha raccontato uno dei soccorritori. Questo è quello che è successo martedi 28 novembre nella stazione di Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza. Un treno regionale in corsa, che viaggiava a oltre 100 km all’ora, ha centrato in pieno un camion che era rimasto fermo sui binari, intrappolato tra le sbarre del passaggio a livello. Le fiamme si sono levate subito altissime, illuminando a giorno tutta la zona. Nello scontro sono morte due persone: una capotreno catanzarese di 61 anni e il 24enne cittadino marocchino che era alla guida del mezzo pesante travolto. Lievemente feriti o illesi i dieci passeggeri a bordo del convoglio.

Le ipotesi – Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta. «Chiediamo alle autorità competenti di fare luce il prima possibile su questa nuova e inaccettabile tragedia», ha scritto in una nota il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita. Una delle prime ipotesi, ancora senza riscontro, è che il conducente del camion abbia cercato di attraversare i binari in tempo prima che le sbarre del passaggio a livello si chiudessero. Pochi secondi dopo essere rimasto intrappolato è passato il treno. L’impatto con il mezzo, che conteneva grosse quantità di carburante, ha causato inevitabilmente l’esplosione. Rfi e Trenitalia hanno affermato che la sede del passaggio a livello, dove è avvenuta la tragedia, risultava regolarmente funzionante e chiuso.

Casi simili – La tragedia di Cornigliano ha dei precedenti, come quello di Cisternino, in provincia di Brindisi nel 2012 ,dove morì il macchinista Giuseppe Campanella e come quello del maggio del 2018 a Arè di Caluso (Aosta) dove morirono il macchinista Roberto Madau e Stefan Aureliana, componente della scorta del trasporto eccezionale, che rimase incastrato per più di mezz’ora. A febbraio di quest’anno a Caluso si è rischiato un incidente identico nello stesso punto: un treno ha attraversava il passaggio a livello con le semibarriere abbattute. Acora più recende il il 29 novembre, un giorno dopo Cornigliano,  è rimasto intrappolato un camion a Castegnato, sulla linea Brescia-Iseo-Edolo. Per fortuna senza conseguenze perchè è riuscito a liberarsi.