«Se questo non è più un uomo. Quando si perdono i diritti, una guerra è già cominciata». È questo il titolo dell’incontro che ha aperto la quarta edizione del Festival dei diritti umani che dal 2 al 4 maggio viene ospitato dalla Triennale di Milano per poi fare tappa a Bologna, Firenze e Roma, dove si concluderà l’11 del mese. Nella mattinata sono intervenuti Chiara Pira della ong Fondazione Acra, il fotogiornalista di guerra Gabriele Micalizzi e il magistrato e giurista Armando Spataro che ha dialogato di sicurezza e immigrazione con Paola Vita Finzi, ebrea milanese fuggita in Svizzera negli anni delle leggi razziali.

A scuola di diritti – Il festival ha concentrato forze e risorse sui giovani dei licei, coinvolti in prima persona nel progetto “Edu”. In vista del Festival, settanta classi delle superiori milanesi sono stai inseriti nel progetto “A scuola di Diritti Umani”, dove grazie al contributo della Fondazione Cariplo hanno incontrato esperti, testimoni e giornalisti con il coordinamento della testata Osservatorio Diritti. Il Festival mette inoltre a disposizione degli istituti interessati dei pacchetti multimediali gratuiti destinati alla didattica. Proprio ai ragazzi rivolge il suo appello Paola Vita Finzi: «Siate rispettosi verso il prossimo: dovete capire qual è l’importanza della vita»

Di lotta e di governo – «La solidarietà non è un sentimento: è un diritto» afferma Spataro, che al riguardo ribadisce l’importanza della corretta informazione: «Deve circolare cultura e verità per sconfiggere le menzogne», dichiara. Prima fra tutte quella che l’immigrazione riguardi soltanto il Mediterraneo: «È un problema che riguarda il mondo, dal Medio Oriente agli Stati Uniti». O ancora, sostiene, è falsa la tesi secondo la quale insieme ai migranti verrebbero imbarcati i terroristi. «È una balla colossale, non c’è alcuna sentenza che provi la veridicità di questa affermazione» afferma Spataro, che invita a non utilizzare l’espressione generica di “terrorismo islamico”, «altrimenti dovremmo chiamare “terrorismo cattolico” quello dell’Ira che operò in Irlanda». L’ex procuratore non risparmia il governo Lega-Cinque Stelle e la politica dell’“Aiutiamoli a casa loro”. «È antigiuridico», commenta, «tutti hanno diritto all’asilo e alla protezione» con la sola restrizione per chi delinque. E ancora « La politica dei porti chiusi è illegale. Il fatto che alcuni Stati possano essere inadempienti non giustifica la nostra reazione di chiusura».

Professione fotoreporter – «Ero pronto a morire». Così il fotoreporter Gabriele Micalizzi rievoca l’incidente che lo ha coinvolto a Baghuz, in Siria, dove è stato ferito dalle schegge di una granata rischiando di perdere la vista da un occhio . E aggiunge «Non è uno spot: la macchina fotografica mi ha salvato la vita». Sarebbe stata proprio la sua Leica, infatti, a proteggergli il volto al momento dell’esplosione. Ora dovrà stare fermo per un po’, almeno fino a quando non si sarà ricomposta la frattura al dito che gli impedisce di tenere fermo l’obiettivo. «Avrei voluto partire per il Venezuela, ma non posso ancora viaggiare».

Prossimi appuntamenti  – I cambiamenti climatici, il mercato delle armi, la tecnologia, le multinazionali: sono tanti i temi trattati dal Festival che ha in calendario la proiezione di diversi medi e lungometraggi di registi internazionali e la presentazione della mostra fotografica Traces of Light, in cui saranno esposti per la prima volta in Italia i lavori di Lorenzo Tugnoli e Diego Ibarra Sánchez.