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Corruzione alla RAI: indagato un alto funzionario.

Classici della cinematografia russa, dal basso valore di mercato, acquistati a “prezzi gonfiati fino a cinque o sei volte quelli originali”. E un incendio del 2013, con due vittime, ancora tutto da spiegare. Potrebbe esserci una storia di tangenti a inquinare le attività della televisione pubblica: su questo indaga la procura di Bologna e per questo l’11 dicembre la Guardia di Finanza ha perquisito le sedi romane di Rai Gold e Rai Cinema, insieme a quelle di alcune ditte cinematografiche private, attive a Milano, Prato e Firenze e Roma.

L’unico indagato è un alto funzionario della Rai romana, sospettato di essere il perno di un sistema che – secondo le Fiamme Gialle – presenta “forti indizi di illiceità”. Ma il vero punto di partenza del caso risale al gennaio 2013 e a un incendio: quello scoppiato in un appartamento signorile di Bologna, in cui morirono un’anziana signora e il figlio. Erano i titolari di una ditta attiva proprio nel settore cinematografico. Ed è indagando nella vita e nei patrimoni delle due vittime che la Procura di Bologna ha trovato un filo che l’ha portata fino ai piani alti dell’amministrazione romana della Rai.

Ora la matassa si fa ben più corposa del previsto, disegnando una trama davvero da film. Secondo le prime ricostruzioni, madre e figlio acquistavano i diritti di alcune vecchie pellicole del cinema russo a prezzi irrisori. Poi li rivendevano alla televisione pubblica a prezzi maggiorati. Ma la rete di rapporti non avrebbe potuto reggersi senza la compiacenza di un alto funzionario Rai, ricompensato con forti somme di denaro. Tangenti a spese dello Stato. Ma forse al sistema partecipavano anche aziende private.

Chiara Severgnini