«Morto di burocrazia? Sono titoli assolutamente ingannevoli». Vincenzo Strazzullo, sindaco di Ercolano (in provincia di Napoli) non sente su di sé alcuna colpa per la morte di Antonio Formicola. Lunedì 10 giugno, il fioraio conosciuto da tutti come “lo stilista dei fiori” si è infilato un cappio al collo e si dato fuoco, lanciandosi poi dal balcone del Municipio. All’origine del gesto, secondo il figlio e gli altri negozianti della cittadina, una mancata concessione di suolo pubblico davanti al suo negozio “L’antica violetta”, in Corso Resina: Formicola la riteneva indispensabile per l’esposizione delle sue creazioni floreali.

«L’unico mio cruccio è quello di non essere stato presente al Comune nel momento in cui è arrivato Antonio”, ha detto il sindaco ai microfoni di Radio24. “Non ho ancora avuto modo di sentire i figli ma credo che sapessero il tipo di rapporto che c’era tra me e il padre, e l’affetto che nutrivo per questa persona. Formicola aveva inoltrato una regolare richiesta, ma su verifica della polizia municipale ci si era resi conto che l’occupazione del suolo pubblico avrebbe ostacolato il flusso pedonale e per il codice della strada la richiesta non poteva essere assecondata». Ciò nonostante si stava studiando il modo per poter dare la concessione, ha precisato il sindaco: «La procedura andava avanti da non più di 5 o 6 mesi».

«Zio Antonio era esasperato», ha invece detto il nipote di Formicola. «Erano due anni che chiedeva quel permesso, gli dicevano sempre di aspettare». Già nella mattinata di lunedì, subito dopo il suicidio del fioraio, una folla di circa 400 persone si era radunata davanti alla sede del Comune. Sono prevalentemente commercianti che hanno i loro negozi nei pressi del Corso e si definiscono abbandonati dall’amministrazione comunale. Tanti – dicono – gli incontri richiesti e mai ottenuti con il sindaco. Così sotto il Municipio si sono levati anche cori: «Assassino, assassino».

Molti anche gli striscioni di protesta nelle vie del centro. «Se non vuoi che capita pure a noi, partecipa anche tu. Firmato i cittadini di Ercolano, la città morta», «Giunta comunale: assassini», e «Noi lottiamo e voi ammazzate: vergogna». La protesta è durata fino a mattina, con 30 cittadini che hanno passato la notte davanti al Municipio, pregando e commentando l’accaduto. «E’ un omicidio questo, non un suicidio – ha gridato una donna ai cronisti – qui stanno giocando con la dignità delle persone». Alcuni cittadini stanno raccogliendo delle firme per chiedere le dimissioni del sindaco che però si difende. «Non farò il capro espiatorio. Se un sindaco fa il proprio dovere non accetta certe provocazioni».

Alexis Paparo