Bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Sono queste le accuse in base alle quali i genitori dell’ex premier e attuale leader di Italia Viva, Matteo Renzi, sono stati rinviati a giudizio. La vicenda che li ha portati a processo riguarda tre cooperative, la “Delivery Service Italia”, “Europe Service” e “Marmodiv”. I coniugi erano stati posti agli arresti domiciliari due anni fa per la stessa inchiesta, ma la pena era poi stata sospesa. Per gli avvocati della coppia, «è già emersa dalle carte la prova della infondatezza del castello accusatorio». Fissata per l’1 giugno la prima udienza del processo.

L’inchiesta – Come riporta l’Ansa, Tiziano Renzi e Laura Bovoli sarebbero stati amministratori di fatto delle tre cooperative indagate – dedite in particolare al volantinaggio e alla distribuzione di materiale pubblicitari –  tramite persone di fiducia o comunque essendo in grado di condizionare le decisioni prese all’interno delle stesse società. Secondo le indagini della guardia di finanza coordinate dal procuratore Luca Turco, la coppia, dopo aver utilizzato le tre società per aumentare il volume di affari della società di famiglia –  la Eventi 6 – le avrebbe fatte fallire, non pagando gli oneri previdenziali e le imposte. In questo modo, secondo l’accusa, le tre cooperative garantivano la manodopera alla società di famiglia senza doverne sopportare i costi.

Le accuse – In particolare, gli accusati avrebbero provocato il fallimento della società Delivery Service Italia, risalente al 2015, «per effetto di operazione dolosa consistita nell’aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, o comunque, aggravando il dissesto». Per le altre due società, la Europe Service – dichiarata fallita nel 2018 – e la Marmodly – nel 2019 -, gli imputati avrebbero sottratto libri contabili ed emesso fatture in parte inesistenti per evadere le imposte sui redditi. Durante l’udienza preliminare del 3 marzo 2021, il pubblico ministero Luca Turco, aveva integrato con una nota di circa 40 pagine le accuse nei confronti dei coniugi Renzi e di altri 14 imputati, tra cui figura anche Roberto Bargilli – l’autista di Matteo Renzi durante le primarie del 2012 del PD – mentre l’imprenditore che fu arrestato con i coniugi Renzi, Mariano Massone, ha già patteggiato una pena a sei mesi di reclusione.

I precedenti –  Nell’ottobre 2019 Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono stati condannati in primo grado agli arresti domiciliari, con una pena di 1 anno e 9 mesi di reclusione, per due fatture false per un ammontare complessivo di 160.000 euro. La misura è stata poi revocata dal Tribunale di Riesame di Firenze, in seguito alle richieste degli della difesa di alleggerire la misura cautelare contestando i capi di imputazione. I due sono stati interdetti dall’esercitare l’attività imprenditoriale per i successivi 8 mesi.

Il caso Consip – Tiziano Renzi era già noto nelle vicende giudiziarie per uno dei filoni dell’inchiesta Consip, la società che si occupa di appalti per la pubblica amministrazione. Nell’ottobre del 2018, la procura di Roma ha chiuso le indagini con la richiesta di archiviazione per le accuse al padre di Matteo Renzi. Per i giudici, le prove per mettere sotto accusa Tiziano Renzi non erano sufficienti per sostenere che avesse utilizzato le sue relazioni e parentele per ottenere favori. Nel dicembre del 2020, però, la procura di Roma ha avanzato la richiesta di processare Tiziano Renzi per traffico di influenze illecite e turbativa d’asta. Rinviati a giudizio anche il maggiore dei carabinieri Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa con l’accusa di aver falsificato verbali e intercettazioni per compromettere Tiziano Renzi.