Proseguono le indagini per la scomparsa di Kata, la bambina peruviana di cinque anni che lo scorso sabato a Firenze è sparita nel nulla. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di una ritorsione connessa al racket degli affitti nell’ex hotel Astor in via Maragliano, dove la giovane viveva insieme alla madre e al fratellino di 7 anni. A gestire l’albergo – occupato dal 2022 – sarebbero tre clan rivali: due peruviani e uno romeno, che da tempo sarebbero causa di scontri e tensioni interne. Gli inquirenti stanno esaminando le telecamere di sorveglianza nella zona, per cercare un indizio del presunto rapitore. Analisi che hanno già dato i primi risultati e hanno permesso di riscostruire i movimenti di Kata. Secondo La Repubblica, gli ultimi filmati risalirebbero alle 15 circa del giorno della sparizione, quando le immagini hanno ripreso la bambina salire le scale interne dell’hotel e poi scendere di nuovo in giardino da sola. Da lì più nulla. Se, dunque, la piccola è stata portata via, probabilmente ciò è avvenuto da un luogo non videosorvegliato.

Testimonianze – A complicare la vicenda sarebbero le testimonianze delle persone interrogate, che «risulterebbero frammentarie e non coerenti fra loro». Elemento confermato anche dalla recente smentita sul supertestimone che avrebbe dichiarato di aver visto portare via la bambina. Sembrerebbe essere invece valido il racconto di una compagna di giochi di Kata, secondo cui un uomo avrebbe trascinato via la piccola scomparsa verso il complesso accanto. Deposizioni che negli scorsi giorni avrebbero condotto decine di carabinieri e vigili del fuoco a setacciare invano l’ex hotel Alstor e gli edifici circostanti. «Hanno scritto che c’entrano i romeni, ma non c’entrano nulla, è tutto tra loro. I peruviani lo sanno dov’è la bambina», afferma una donna di origine romena che abita nel palazzo. «Perché hanno preso la loro bambina e non una nostra? È perché dieci giorni fa si sono picchiati».

La madre di Kata (Fonte: ANSA)

I genitori – Tentativi di suicidio, scarcerazioni e appelli disperati ai rapitori. Un quadro complesso che dalla data della sparizione ha visto i genitori di Kata al centro di una serie di indiscrezioni. In primis, l’uscita dal carcere del padre della piccola, Miguel Angel Chicllo Romero, che da marzo scorso era rinchiuso nel penitenziario di Sollicciano per reati contro il patrimonio. «Il giudice gli ha sostituito la misura della custodia cautelare con l’obbligo di firma» ha riportato Tgcom24. Le ragioni? Assistere la sua famiglia. Una decisione avvenuta dopo che l’uomo aveva tentato di togliersi la vita due volte, prima in carcere e poi in ospedale. Romero non avrebbe infatti retto alla notizia della scomparsa della figlia. Trauma condiviso anche dalla madre di Kata, Katherine Alvarez che pochi giorni fa avrebbe ingerito una piccola dose di candeggina. Entrambi al momento sono usciti dall’ospedale e continuano a invitare i rapitori a restituire loro la figlia. «Riportateci la nostra bambina», ha supplicato la donna a Chi l’ha visto. «Per favore chi l’ha presa la lasci andare, non importa per quale motivo. Lasciatela in una chiesa, fuori, dove volete».