Colpi ripetuti a volto e addome e trenta giorni di prognosi. Questo il risultato dell’aggressione di un padre nei confronti del vicepreside, e professore, Pasquale Diana, della scuola secondaria di I grado «Murialdo» di Foggia. L’uomo, infuriato per aver saputo dal figlio di essere stato rimproverato dal docente, lunedì 12 febbraio è andato a scuola e, nonostante la presenza di altri ragazzi, si è scagliato contro il docente.
La dinamica – Secondo le prime ricostruzioni, l’assalitore sarebbe riuscito ad entrare a scuola in orario di ingresso delle classi eludendo la vigilanza dei custodi. «Non c’è stata possibilità di dialogo con il genitore, senza chiedere spiegazioni si è avventato sul professore», si legge nelle testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine. A nulla è valso – continuano i verbali – l’intervento dei collaboratori scolastici e dei docenti presenti, che, data la rapidità con cui si è mosso il genitore, non sono riusciti ad evitare l’aggressione». Un assalto che non è stato ricambiato da Diana che, a causa della presenza di ragazzi, non ha voluto reagire. «Il professore – si sottolinea ancora – non ha reagito in alcun modo ai numerosi e violenti colpi che gli venivano inferti alla testa e all’addome, fino a quando i presenti non sono riusciti ad allontanare il genitore».
La versione del figlio – Il giorno precedente il vicepreside aveva rimproverato l’alunno perché, durante l’orario d’uscita dall’istituto, spingeva e rischiava di far cadere le compagne in fila davanti a lui. Per evitare che qualcuno potesse farsi male, il ragazzo è stato preso per il braccio e allontanato dalla fila. È nata a causa di questo gesto la rabbia del genitore che, avendo ascoltato solo la versione del figlio senza chiedere chiarimenti o un colloquio privato, si è scagliato contro il professore. Il genitore dell’alunno è ora indagato con l’accusa di lesioni aggravate da aggressione a pubblico ufficiale. Del caso è stata informata la procura della Repubblica di Foggia che ha aperto un fascicolo a suo carico.
Il commento del professore – «Perché non ho reagito? Perché avevo gli occhi del figlio di chi mi stava aggredendo e dei miei ragazzi addosso», questo il commento di Pasquale Diana ai microfoni dell’Ansa. E ha aggiunto: «Abbiamo fatto tante lezioni sul rispetto delle regole e sul linguaggio non violento, reagendo avrei annullato tutto quello che avevo cercato di insegnare loro e non me lo sarei mai perdonato. Il genitore di quel ragazzo mi ha raggiunto e mi è venuto addosso. Perché invece di tutto questo non mi ha chiesto di parlare?Ad ogni modo tornerei a scuola anche subito, ma sono in convalescenza. Ho però il dovere di spiegare ai ragazzi quello che è successo. È necessario che io mi incontri con loro al più presto. La nostra scuola è in prima linea nelle battaglie contro il bullismo e la violenza».