Salvatore Ligresti

Avrebbero nascosto nel bilancio del 2010 un buco di almeno 600 milioni di euro. Per manipolazione del mercato e altri reati finanziari, 14 persone del gruppo Fondiaria Fonsai sono state raggiunte da avvisi di garanzia nella mattinata di martedì 14 maggio. Si allarga così l’indagine della procura di Torino sul gruppo finanziario controllato da Unipol, un’inchiesta guidata dai magistrati Vittorio Nessi e Marco Gianoglio.

A essere colpiti dal provvedimento sono i membri del Comitato esecutivo di Milano Assicurazioni, quelli del Comitato esecutivo del CdA del marzo 2011 e il responsabile del bilancio dell’epoca, Salvatore Ligresti. Coinvolti nell’indagine anche i tre figli dell’imprenditore: Jonella, Giulia Maria e Paolo.

Le ipotesi di reato riguardano la manipolazione del mercato, il falso in prospetto, la responsabilità amministrativa degli enti e il falso il bilancio. Il falso in prospetto deriva dall’aver utilizzato «il bilancio per la predisposizione di un prospetto informativo dell’aumento di capitale di Fonsai di circa 450 milioni, avvenuto nel luglio 2011», come accertato dall’ispezione dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni.

Gli investitori sarebbero stati privati così di informazioni determinanti per una corretta valutazione dei titoli azionari. Nove mesi di analisi delle carte e i 12 terabyte (pari a 12mila gigabyte) di documenti sequestrati hanno permesso di arrivare a queste nuove ipotesi di reato.

A marzo era emerso che Fondiaria Sai aveva speso quasi 22 milioni di euro per pagare stipendi, buonuscite e consulenze ai suoi consiglieri, chiudendo il bilancio comunque con un passivo di 799,6 milioni.

Silvia Morosi