I manifestanti in piazza Castello, a Torino

I manifestanti in piazza Castello, a Torino

L’Italia s’è desta. Almeno quella dei Forconi, che scendono in piazza cantando l’inno nazionale e mescolandosi agli studenti contro le tasse e il governo. Blocchi, presidi e manifestazioni da Bolzano a Catania continuano da lunedì 9 dicembre, per un movimento che, solo nella pagina Facebook, ha superato i 66mila “like”. «Stanchi del disinteresse quando non del maltrattamento da parte delle istituzioni», bloccano le strade e organizzando cortei da Nord a Sud.

«Oggi decideremo come portare avanti la nostra mobilitazione. Se i politici non andranno a casa e domani sarà votata la fiducia al governo Letta, ci sarà un’azione eclatante non violenta a Roma e forse in altre città: non ci arrendiamo». Lo ha detto martedì uno dei coordinatori del movimento “9 dicembre”, Danilo Calvani. Mentre l’immagine dei poliziotti che si sono tolti il casco davanti ai manifestanti a Torino, da molti erroneamente ripresa come un atto a favore della manifestazione, è commentata da Antonio Ciaramella, segretario generale del sindacato della polizia Siulp Piemonte come «un gesto storico, una resa delle armi in onore di cittadini che protestano pacificamente», ma da non strumentalizzare.

I disagi continuano nel capoluogo piemontese, Il nuovo presidio di protesta è in piazza Castello, di fronte agli uffici della giunta regionale del Piemonte, dove ieri si sono registrati gli scontri più accesi tra manifestanti e forze dell’ordine. Il traffico è in tilt in diversi punti della città e i commercianti che hanno aperto denunciano di essere stati costretti a tirare giù le serrande da presunti esponenti del movimento di protesta. I mercati sono chiusi e i lavoratori di alcuni centri di grande distribuzione non hanno potuto accedere ai posti di lavoro.

Rallentamenti con trattori e mezzi di trasporto pesanti che viaggiano a passo d’uomo si registrano dal Piemonte al Veneto, dalla Lombardia alla Puglia. Nel Bergamasco i disagi interessano l’asse interurbano del capoluogo, all’altezza di Orio al Serio. I punti più critici a Nord Est sono al casello di Soave, della A4 Serenissima, e a Verona, con circa 700 studenti che hanno invaso la città improvvisando un corteo non autorizzato, lanciando bottiglie e sassi contro un’auto della municipale.

In Liguria la protesta continua a Imperia, Genova e Savona. Bloccato l’ingresso dell’autostrada dei Fiori, e occupati i binari a Imperia, i forconi hanno interrotto il traffico della linea internazionale Genova-Ventimiglia. Il sindaco di Genova Marco Doria, si scaglia contro i manifestanti. «Un mix di demagogia, populismo e danni alla cittadinanza intollerabili», che superano il diritto a manifestare.

Il leader del movimento dei Forconi Mariano Ferro blocca ogni possibile “marcia su Roma”, dove la Prefettura ha comunque ordinato la blindatura delle zone attorno a Montecitorio, Palazzo Chigi, Palazzo Madama e Quirinale. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha convocato nel pomeriggio un vertice al Viminale con le forze dell’ordine.

Silvia Ricciardi