Era la notte del 21 luglio 2001, quando i poliziotti entrarono nella scuola Diaz. Gli occupanti, lì per il G8 di Genova, furono picchiati. 93 persone furono arrestate, 61 gravemente ferite, 3 finirono in prognosi riservata. Le immagini dei corpi e dei pestaggi fecero il giro del mondo. Segnando per sempre una pagina di storia italiana che il vicequestore Michelangelo Fournier arrivò a definire «macelleria messicana». Ventiquattro anni dopo uno dei poliziotti condannati per i fatti, Filippo Ferri, già dirigente della polizia ferroviaria lombarda, viene nominato questore di Monza. Il 5 luglio del 2012una sentenza della Cassazione ha stabilito che Ferri fu colpevole di falso aggravato, confermandone la condanna a tre anni e otto mesi di reclusione con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.
Le parole di Ilaria Cucchi – «È una vergogna assoluta che solleva diversi interrogativi. Ferri non è un nome qualunque» ha dichiarato Ilaria Cucchi in una nota. La senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sulla nomina. «Chiediamo sulla base di quali valutazioni si sia arrivati ad una decisione di questo tipo e di rivedere questa nomina che non possiamo non considerare come una scelta molto pericolosa per la qualità della nostra democrazia». E ha aggiunto: «In Italia se hai una condanna non puoi fare i concorsi pubblici, mentre se vieni condannato in via definitiva per i fatti di Genova vieni promosso a Questore di Monza».
La reazione di +Europa – «Meloni continua a dimostrare l’approccio securitario con cui intende affrontare i problemi sociali» hanno dichiarato il presidente di +Europa, Matteo Hallissey, e Giulio Guastini, coordinatore di Più Europa Monza. «Riteniamo questa nomina non solo inopportuna, ma estremamente inquietante per i cittadini di Monza e Brianza, per le vittime degli abusi di quel giorno e per chiunque creda in un corpo di polizia trasparente e al servizio dei diritti». Il gruppo ha inoltre ricordato la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo: «Definì i dirigenti della Polizia di Stato responsabili e colpevoli del massacro del 21 luglio del 2001 come ‘torturatori’. Eppure, in Italia, si è scelto addirittura di premiarli con incarichi di grande responsabilità, un segnale inquietante».