Le forze dell’ordine nel quartiere di Miano dopo la strage.

Un silenzio irreale, poi un applauso fragoroso ha accolto il feretro del capitano della polizia municipale Francesco Bruner al suo arrivo davanti alla chiesa di Sant’Antonio di Padova in corso Secondigliano a Napoli. Il capitano è una delle vittime della strage avvenuta lo scorso 15 maggio.

Giulio Murolo, 52 anni, infermiere dell’ospedale Cardarelli, ha ucciso, al culmine di una lite familiare, il fratello Luigi con la moglie e ha poi rivolto la sua rabbia sui passanti, uccidendo Francesco Bruner e Luigi Cantone, cuoco del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. Sei i feriti. Un’ora e mezza d’inferno. Almeno una quindicina di detonazioni. Una raffica di colpi all’impazzata, come in un film. La “strage di Miano” l’hanno ribattezzata.

A portare a spalla la bara, il comandante della polizia municipale Ciro Esposito e i colleghi di Bruner. Tanta la gente che si è radunata dentro e fuori la chiesa per dare l’ultimo saluto al capitano. «Queste persone – ha commentato il sindaco di Napoli de Magistris – sono stati veri e propri eroi della città perché si sono frapposte per salvare vite umane a un pazzo criminale che sparava con un fucile a pompa. Li ricorderemo sempre e ci stringeremo per sempre alle loro storie e alle loro famiglie». L’agente, infatti, fra i primi a udire i colpi che uccisero prima il fratello e poi la cognata dell’infermiere Giulio Murolo, è intervenuto per interrompere la sparatoria, per rimanere poi colpito appena alla portata del fucile del killer.

Alle 16, ad Arzano (comune a nord del capoluogo campano), nella chiesa di Sant’Agrippino, l’estremo saluto verrà dato a Luigi Cantone, 56 anni, freddato mentre, in sella al suo scooter, stava rientrando a casa dopo il lavoro. Alla cerimonia sarà presente il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano. «Non doveva passare di là. Non doveva tornare a casa quel giorno e in quel momento». Gli amici ed i colleghi di Cantone non si danno pace. Scuotono la testa e restano in silenzio rispettando la scelta della famiglia. Ma quel maledetto giorno Luigi sarebbe dovuto rimanere a scuola. C’era un corso di aggiornamento sulle manovre di primo soccorso e come molti altri colleghi, Luigi avrebbe dovuto partecipare alla lezione. «Ma il destino ci ha giocato un terribile scherzo perché il corso è stato rimandato al prossimo 22 maggio e lui non ci sarà – spiegano alcune colleghe di Luigi – era una persona buona e genuina, proprio come tutto quello che metteva in tavola per i ragazzi».

Una follia omicida sembra ammantare Napoli in questi giorni. Ad Afragola, in provincia del capoluogo campano, si è consumata ieri notte un’altra sparatoria. Marco Castiello, 76 anni, ex guardia giurata, ha ferito a colpi di fucile sei vicini di casa, tra cui una bambina di sei anni. Il motivo è tra i più assurdi: l’uomo ha rimproverato i suoi vicini per non aver chiuso bene il portone del vecchio palazzo perché permetteva a chiunque, a suo dire, di entrare nel cortile e parcheggiare l’auto. Poi ha imbracciato il suo fucile da caccia esplodendo una decina di colpi. Subito dopo gli spari, l’uomo è fuggito tentando di far perdere le sue tracce ma è stato successivamente rintracciato e bloccato dai carabinieri e dagli uomini della squadra mobile della Questura di Napoli. Anche dopo essere stato bloccato, Marco Castiello non ha manifestato alcun pentimento per aver sparato. Agli uomini del commissariato di Afragola, guidati dal vice questore Sergio Di Mauro, ha ribadito: «Ho ragione io».

Flavio Bianco