marcello_dellutri_1Tanto appassionato di libri da minacciare, quando in carcere glieli negavano, lo sciopero della fame. Tanto appassionato da rubare volumi antichi nella biblioteca dei Girolamini, per arricchire il suo patrimonio privato. O almeno è quanto sostiene la magistratura, che ha rinviato a giudizio Marcello Dell’Utri con l’accusa di peculato.

Il caso Girolamini –  L’ex senatore, in carcere a Rebibbia dove sta scontando una pena di 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, è accusato di aver rubato libri antichi, di grande valore storico ed economico, per conservarli nella sua Fondazione Biblioteca di via Senato. Per la stessa vicenda era già stato condannato in via definitiva Marino Massimo De Caro, l’ex direttore della Biblioteca Girolamini, ritenuto il principale responsabile della sottrazione dei libri.

4mila volumi rarissimi datati tra il 1400 e il 1800 rubati tra il giugno 2011 e l’aprile 2012, per un valore stimato dalla Corte dei Conti in 20 milioni di euro. Nella primavera scorsa sono stati sequestrati a Dell’Utri 20mila volumi. Secondo gli inquirenti tra i libri, prelevati in parte dalla biblioteca della sua Fondazione in via Senato a Milano e in parte in un magazzino del deposito, l’Opencare di via Piranesi, vi sarebbero alcuni di quelli appartenenti alla biblioteca partenopea. “Opere asportate, in epoca e con modalità ancora ignote, da biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche sull’intero territorio nazionale”, sostiene la magistratura.

La difesa di Dell’Utri – “Non sapevo fossero rubati e quando ho saputo che l’indagine era stata aperta, li ho immediatamente restituiti” ha dichiarato l’ex senatore, che oltre a presiedere diverse Fondazioni e circoli culturali è stato direttore artistico del prestigioso Teatro Lirico di Milano. Ma all’appello mancano ancora diversi tomi. Di quelli imputati a Dell’Utri c’è una rarissima copia dell’Utopia di Tommaso Moro, di cui sono perse le tracce. L’ex senatore si è più volte difeso dicendo che il libro sarebbe andato perso durante lo smantellamento di parte della sua biblioteca. E comunque ha sempre messo a disposizione i libri incriminati al pubblico. Il prossimo 4 febbraio si aprirà il processo. Lì dovrà convincere anche i giudici della sua buona fede.