Bandiere a mezz’asta, campane a lutto e una manifestazione di solidarietà nella centrale piazza Matteotti. A poco più di 48 ore dall’incidente nel porto, Genova è una città ferita che piange le sue sette vittime e che non smette, nel frattempo, di cercare i due dispersi: il maresciallo di Guardia Costiera Francesco Cetrola, 38 anni, e il sergente Gianni Jacoviello, 33. I due uomini – è ormai certo – si trovavano nella torre dei piloti, quando, alle 23:30 dello scorso lunedì 6 maggio, la portacontainer Jolly Nero si è scontrata contro l’edificio, abbattendolo.
È in fondo al mare, nella zona del molo Giano, che si cercano i due corpi. Francesco Cetrola e Gianni Jacoviello potrebbero essere rimasti intrappolati nella cabina di un ascensore, con il quale avrebbero tentato di mettersi in fuga. Sommozzatori dei vigili del fuoco, della Guardia costiera, dei carabinieri, dell’Esercito e di un società privata stanno setacciando i fondali. Le ricerche sono proseguite per tutta la notte di mercoledì 8 maggio, con l’ausilio, anche, di un minirobot sottomarino.
Genova, intanto, si è fermata. Giovedì 9 maggio, per 15 minuti, dalle 11:00 alle 11:15, hanno chiuso banche, negozi e supermercati, mentre scuole e università hanno sospeso le attività. Tutti in piazza, per manifestare la solidarietà della città e delle istituzioni dopo una tragedia definita “immane” dal premier Enrico Letta. Migliaia di persone si sono radunate nel centro. I primi ad arrivare sono stati gli operai delle Riparazioni navali, seguiti da quelli di Fincantieri e dai camalli del porto. Una cerimonia di cordoglio e dolore, durante la quale, però, non sono mancate le contestazioni. «Date la parola ai lavoratori», ha gridato un gruppo di operatori portuali: «Fate tacere le istituzioni». Alcuni hanno tentato di salire sul palco, ma sono stati fermati dalla polizia.
«Tanti lavoratori sono morti nello svolgimento della loro attività. Sono aspetti che rendono questo evento ancora più doloroso». Il sindaco di Genova Marco Doria è intervenuto via Facebook dopo aver trascorso tutta la notte sul molo dell’incidente: « La tragedia è avvenuta e sul momento sembra che nulla ci sia da fare se non testimoniare con la propria presenza la vicinanza di una comunità. La città è stata colpita nel suo centro vitale, il porto».
Il perché dell’incidente lo chiariranno le indagini. Il procuratore Michele Di Lecce e il sostituto Walter Cotugno hanno aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo, mentre il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ne ha annunciata una di tipo amministrativo. Nel registro degli indagati, al momento, ci sono i nomi del comandante della Jolly Nero, Roberto Paoloni, e del pilota Antonio Anfossi. Le prime risposte arriveranno soltanto nei prossimi giorni, dopo l’analisi della scatola nera, già recuperata. L’esame permetterà di capire se all’origine della tragedia ci sia un errore umano o un problema tecnico.
Giulia Carrarini