Una delle due quindicenni entra nel Tribunale di Trieste per l'interrogatorio, Trieste, 8 aprile 2013 (Foto: ANSA)

Il puzzle del delitto di Udine si sta complicando ancora di più. Le due quindicenni accusate dell’omicidio del 67enne Mirco Sacher avrebbero effettuato prelievo col bancomat del pensionato ferroviario. Sembra che la carta fosse custodita nel portafoglio che Sacher teneva nell’auto. Nella Fiat Punto con la quale le due ragazzine sono fuggite il presunto tentativo di violenza da parte dell’uomo e che è stata abbandonata alla stazione di servizio nel padovano. Il prelievo effettuato dopo la morte di Sacher fa pensare che le adolescenti potessero conoscere il codice della carta. Il che non sarebbe sorprendente, visti i rapporti di confidenza che c’erano fra il pensionato e una delle ragazze. I rapporti assolutamente “normali”, quelli del tipo nonno-nipote, secondo l’avvocato Federica Tosel, legale di fiducia di una delle ragazzine. Sacher era amico di lunga data della nonna della giovane, frequentava casa, era anche padrino di un cugino della quindicenne. Spesso faceva alla ragazzina dei regalini e dei favori. Come quello appunto di darle un passaggio a Udine.

Così è stato anche quel sabato, 10 aprile, quando le ragazza con un’amica, dopo aver passato la mattina insieme a Sacher, gli ha chiesto di portarle in centro di Udine. Ma qualcosa è andato di traverso e per motivi ignoti la macchina è deviata verso il campo di via Buttrio. Alle 15.30 l’uomo è stato ritrovato morto, con i pantaloni sbottonati (e non abbassati), nello stesso campo da un testimone. Mentre le ragazze si sono costituite ai carabinieri di Pordenone la sera dello stesso giorno, confessando di aver strangolato Sacher dopo un tentativo di violenza sessuale. Sul corpo però, a un primo esame superficiale, non erano stati trovati segni evidenti, tranne qualcuno sul collo. A gettare luce sulla causa della morte dovrebbe l’autopsia fissata per il 10 aprile. A compiere gli esami, al cimitero di San Vito, a Udine, è il medico legale Carlo Moreschi, affiancato da un tossicologo.

Anna Lesnevskaya