il_cantautore_italianoginopaolifotoepaL’aveva annunciato e l’ha fatto. Gino Paoli lascia la Siae. Travolto dalle polemiche e dall’accusa di evasione fiscale, il cantautore si dimette dall’incarico di presidente della Società italiana degli autori ed editori.

”In questi giorni assisto purtroppo a prevedibili, per quanto sommarie, strumentalizzazioni, che considero profondamente ingiuste”, scrive il cantante genovese. In una lettera ai consiglieri Siae, Paoli si difende dalle accuse, assicura di “non aver commesso reati”, ma spiega che non vuole “coinvolgere la Siae” nelle polemiche scatenate dopo la scoperta di un conto in Svizzera di 2 milioni di euro. Soldi ricevuti in nero – secondo gli inquirenti – e provenienti forse da concerti alle Feste dell’Unità. Più che le indagini aperte dalla Procura di Genova, a preoccupare Gino Paoli è soprattutto la tutela della sua immagine: “difendo la mia dignità- scrive- di persona per bene”.

Era stata proprio la paura di danneggiare il profilo pubblico a portare il celebre cantante a rivolgersi, nel gennaio 2014, al suo fiscalista di fiducia, Andrea Vallebuona. In quei giorni infatti, l’Italia stava mettendo a punto l’accordo con la Svizzera – ratificato poi – che avrebbe permesso di acquisire gli elenchi dei connazionali con depositi oltre confine. E per questo, Paoli temeva di finire sui giornali per quei soldi in Svizzera. Con le prevedibili polemiche, per lui, da sempre considerato personaggio onesto e trasparente. “Non voglio che si sappia che ho portato soldi all’estero, li voglio riportare in Italia”, aveva confidato al commercialista in una conversazione intercettata. Sono state proprio queste parole, registrate nell’ambito dell’inchiesta su Banca Carige, di cui Vallebuona era consulente – a far partire l’indagine a suo carico.
Ora Paoli dovrà difendersi dall’accusa di evasione fiscale e potrebbe dover pagare una multa molto salata.
Ma il vero conto il cantautore lo sta già pagando col suo pubblico.

Simone Gorla