Quindici anni di mani lavate. La prima giornata mondiale dell’igiene delle mani, il 5 maggio di ogni anno, risale al 2005. A promuoverla l’Organizzazione mondiale della Sanità. Un gesto semplice ma fondamentale nella prevenzione delle malattie, oggi più che mai. Infatti lo slogan di quest’anno è Save lives: clean your hands (Salva vite: pulisciti le mani). In occasione della coincidenza con l’anno dell’infermiere l’Oms invita amministratori e governanti a fornire al personale sanitario un ambiente di lavoro sicuro e una formazione adeguata. A livello globale tra il 7 e il 10 per cento dei pazienti ospedalieri contrae un’infezione anche a causa della scarsa igiene del personale. In Italia le statistiche sono pressoché identiche.

ITALIANI POCO IGIENICI – Lavarsi bene le mani è un gesto semplice e gratuito, eppure sembra un’abitudine assai poco diffusa in Italia, almeno prima del coronavirus. Poco più di un connazionale su due infatti si lavava le mani dopo essere andato al gabinetto. È quanto risulta da uno studio che ci vedeva secondi in Europa nella poco inviabile classifica degli sporcaccioni. Sul sito del ministero della Salute si leggono le indicazioni su quando e come lavarsi le mani o quantomeno usare un disinfettante. Prima di toccarsi il viso, di mangiare e di assumere farmaci. Dopo aver toccato soldi, animali, altre persone, spazzatura, alimenti crudi, il suolo e in generale dopo essere rientrati a casa. Lavarsi le mani non serve solo a proteggere sé stessi, ma anche a non trasportare eventuali patogeni nell’ambiente casalingo, soprattutto se condiviso con altre persone.

LA SCOPERTA A VIENNA NEL 1847 –  Il primo ad avere l’intuizione che lavarsi le mani poteva salvare vite fu l’ungherese Ignaz (o Ignác) Semmelweis, capo degli specializzandi nella più grande clinica ostetrica di Vienna, all’epoca capitale dell’impero asburgico. Notò infatti che nel padiglione degli studenti di medicina le morti per febbre puerperale erano molto più alte che nel reparto dove lavoravano solo le ostetriche. Il motivo era che gli studenti assistevano le partorienti senza lavarsi le mani dopo le lezioni di autopsia sui cadaveri, trasmettendo germi mortali. Imponendo a tutti di lavarsi le mani prima di assistere una partoriente, Semmelweis ridusse le morti nella sua clinica del 90%. Purtroppo fu considerato un folle, nonostante i fatti gli dessero ragione: morirà in manicomio, emarginato da tutti. Soltanto dopo la sua morte, quando Louis Pasteur scoprì i microbi, gli vennero riconosciuti i giusti meriti.