Saracinesce abbassate e un cartello con la scritta “non depositare oggetti e fiori davanti le vetrine”. La pizzeria Le vignole di Giovanna Pedretti è chiusa. La donna è stata trovata morta sulle rive del fiume Lambro. L’ipotesi degli inquirenti è quella del suicidio. Nessun biglietto di addio. Nessun problema economico, o almeno così sembra. Unica anomalia recente di una vita appartentemte normale una recensione “sbagliata”. La ristoratrice 59enne, che gestiva la pizzeria a Sant’Angelo Lodignano (Lodi) aveva risposto a un commento da un stella su cinque sul suo ristorante. Il cliente si lamentava della posizione del suo tavolo, posto a fianco di una coppia omosessuale e di una persona in carrozzina. Prontamente la donna aveva risposto difendendo i diritti di quelle persone e il suo ristorante. Le polemiche sui social sono scattate qualche giorno dopo: la recensione era stata cancellata dallo stesso utente che l’aveva scritta e nell’opinione pubblica è iniziato a insinuarsi il dubbio che fosse stata Pedretti stessa a scriverla. Selvaggia Lucarelli è stata la prima a ipotizzaree il falso a scopo di promozione del locale.

Il ritrovamentoA dare l’allarme sono stati i famigliari, il marito Nello e la figlia. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Pedretti sarebbe uscita di casa la mattina facendo perdere le sue tracce. Questo atteggiamento aveva insospettito amici e parenti. Non era da lei non presentarsi al lavoro. Un suo caro amico ha confessato al Corriere della sera: «Quando ho visto la saracinesca del locale abbassata, ho capito che era successo qualcosa di grave». Il corpo della donna è stato trovato sulle rive del fiume Lambro. Pedretti sembra aver guidato la sua Fiat Panda fino a qualche decina di metri dal fiume. Secondo la procura di Lodi e i carabinieri di Sant’Angelo Lodignano, si tratterebbe di un gesto volontario estremo. Un suicidio senza premeditazione in quanto non è stato ritrovato alcun biglietto di addio. Nella famiglia di Pedretti c’era già stato un caso di suicidio: dieci anni fa il fratello si era tolto la vita. Gli inquirenti analizzeranno il cellulare e il computer della vittima. Previsto anche l’esame tossicologico sul corpo.

Il caso – Una pizzeria sempre piena. Incassi regolari e nessun debito. Anzi, l’ex-vicesindaco di Sant’Angelo Lodignano ha raccontato all’agenzia Ansa che Giovanna «avrebbe voluto respirare di più dato che non riusciva nemmeno a trovare dipendenti che la potessero aiutare». Infatti, la recensione negativa che ha ricevuto non metteva in dubbio la qualità della sua cucina, ma la clientela del locale. Su Google si leggeva: «Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay, non mi sono accorto subito perché sono stati composti, e un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà, mi dispiaceva ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo, ma non ci andrò più». Giovanna Pedretti e il marito Nello avevano risposto subito: «Il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l’educazione e il rispetto verso ognuno. Le sue parole di disprezzo verso ospiti che, non mi sembra vi abbiano importunato, mi sembra una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole. A fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto, credo che il nostro locale non faccia per lei. Le chiediamo gentilmente di non tornare da noi». Giovanna Pedretti non poteva proprio sopportare questo atteggiamento anche perché da quattro anni la sua pizzeria partecipava all’iniziativa delle “pizze in sospeso” a favore dei ragazzi e delle famiglie dell’associazione Genitori amici dei disabili del gruppo Maggiolino.

Post di Selvaggia Lucarelli sul cado di Giovanna Pedretti

Lorenzo Biagiarelli scrive sui social in difesa della compagna Lucarelli

Le polemiche sui social – La recensione appare in uno screenshot postato sulla pagina Facebook della pizzeria Le vignole l’11 gennaio. Risale a inizio estate: un cliente l’aveva scritta e poco dopo cancellata. Lo stesso si era poi ripresentato nel locale e Pedretti le aveva detto di non avere un tavolo libero. È proprio in questo momento che viene pubblicato lo screenshot che ha dato il via alle glorificazioni (prima) e alle polemiche (poi). Il primo ad avanzare dubbi è stato Lorenzo Biagiarelli, influencer e food blogger, che ha definito la recensione un possibile fake, confezionata dalla stessa Pedretti per farsi pubblicità. Nel momento in cui si è appreso che la ristoratrice era stata trovata morta, la compagna di Biagiarelli, Selvaggia Lucarelli, ha scritto nel suo profilo Instagram: «Una persona inventa una storia usando disabili e gay per avere popolarità. Lo fa confezionando un commento fatto male, molto ingenuo da un punto di vista tecnico. Era chiaramente falso al primo sguardo. Tutta la stampa italiana va dietro al primo che dà la notizia senza verificare. La signora diventa l’eroina nazionale. Qualcuno (Lucarelli, ndr) si prende la briga di fare dubunking (sfatare qualcosa, ndr). Qualcuno dice che la notizia che è in home su tutti i giornali è falsa. Normale amministrazione ormai. La signora viene trovata morta». Lorenzo Biagiarelli ha poi respinto le accuse di odio social e si è detto dispiaciuto per l’accaduto. Invita, però, a riflettere «sulle conseguenze di del tentativo di “ristabilire la verità”. Se si dovesse temere sempre questo epilogo dovremmo chiudere tutto, giornali e social». Al momento le cause della morte di Giovanna Pedretti rimangono ignote. La famiglia della vittima non intende rilasciare dichiarazioni.