Giuditta Perna, 27 anni. Dopo otto giorni di ricerche il ritrovamento del cadavere nel fiume Ofanto.

Giuditta Perna, 27 anni. Dopo otto giorni di ricerche il ritrovamento del cadavere nel fiume Ofanto.

Il greto del fiume Ofanto nella mattina del 29 gennaio ha restituito il corpo senza vita di Giuditta Perna. Finisce con un tragico epilogo il mistero della studentessa ventisettenne scomparsa otto giorni prima da Ruvo Del Monte (Potenza). All’indomani della veglia organizzata dalla comunità di Calitri per sollecitare le autorità a non interrompere le ricerche, una pattuglia dei carabinieri nelle ultime ore aveva ripreso le operazioni di ricerca con una massiccia task force di uomini e mezzi. Intorno alle 11 il ritrovamento di un giubbino dello stesso colore di quello indossato dalla ragazza sparita mercoledì scorso.

La profondità dell’acqua e la quantità di detriti avevano indotto a credere che il corpo della ragazza non potesse trovarsi nel fiume e avevano alimentato le speranze che la giovane studentessa fosse ancora viva. Stamane la triste smentita.

La ragazza era stata vista l’ultima volta il 21 gennaio scorso: intorno alle 17.30 era uscita dalla casa dei genitori a di Ruvo a bordo di una Fiat Punto. Ai genitori aveva detto di andare dal medico curante e in farmacia nella vicina Calitri, in provincia di Avellino, assicurando che sarebbe rientrata per cena. Ma dal dottore non è mai arrivata. A casa la aspettavano per cena ma la sedia al tavolo di casa Perna è rimasta vuota. A tarda sera i genitori, allarmati, hanno fatto un giro di telefonate tra i conoscenti, scoprendo che la motivazione con la quale era uscita di casa era una scusa.

Il giorno successivo alla scomparsa l’auto è stata ritrovata a Foresta Mezzana, poco distante dal fiume Ofanto, a un chilometro dal luogo di ritrovamento del cadavere. La Fiat Punto, di proprietà del padre, ha imboccato una strada chiusa e, per come era girata, ha fatto un’inversione a U. Le chiavi erano inserite nel cruscotto, la borsa con i documenti sul sedile dell’auto ma non il cellulare, che risultava staccato. L’auto, sotto sequestro, è all’esame della Scientifica: si cercano tracce ematiche, capelli e qualunque cosa che indichi la presenza di un’altra persona sull’auto di Benedetta quel mercoledì pomeriggio. Gli inquirenti sono alla ricerca di testimoni che aiutino a ricostruire le ultime ore della ragazza.

In questi giorni la comunità di Aquilonia e Monteverde non si è persa d’animo. Una fiaccolata tra le strade di Calitri ha raccolto sotto una grande manifestazione l’affetto di una comunità che fino all’ultimo non si è arresa. Molti volontari si sono uniti alle ricerche ufficiali: ragazzi muniti di stivali e attrezzatura per perlustrare il letto e gli argini del fiume e setacciare i boschi in cerca di una traccia.

Benedetta studiava Economia all’università di Perugia, dove si era laureata con buoni voti. Dalle testimonianze incrociate emerge il ritratto di una ragazza estremamente riservata e da cui pare non emergere nessuna ombra. In queste ore si inizia a scavare nella sua vita privata: al vaglio degli inquirenti la corrispondenza telematica sui social network, profili Facebook e messaggistica whatsapp ma per risalire all’analisi delle chat istantanee di Giuditta ci vorrà ancora qualche giorno.

In questa settimana parenti e amici hanno lanciato appelli a chiunque potesse avere informazioni utili per le indagini. Ieri sera alla trasmissione Chi l’ha visto? l’appello della migliore amica e della sorella minore. Mariangela, l’amica del cuore, ha smentito l’ipotesi del suicidio, battuta nelle prime ore della scomparsa, e anche quella dell’allontanamento volontario. “Non può esserci suicidata, era serena e non aveva nessun grillo per la testa”.

Il corpo senza vita di Benedetta Perna si trova ora all’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino). Al momento non si avanzano ipotesi sulle cause della morte, in attesa degli accertamenti medico-legali.

Elisabetta Invernizzi