Terremoto nella magistratura pugliese: arresti domiciliari per il  procuratore della Repubblica di Taranto Carlo Maria Capristo, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, tentata induzione, truffa e falso. Con lui, sono finite in custodia altre quattro persone, tra cui un poliziotto. Nell’ambito della stessa inchiesta, condotta per un anno dalla procura della Repubblica di Potenza, risulta Indagato anche l’ex-procuratore di Trani, Antonino Di Maio.

L’inchiesta – Oltre che per Capristo, il provvedimento di custodia cautelare è stato eseguito anche a carico di un ispettore di Polizia in servizio presso la stessa procura  e nei confronti di tre imprenditori della provincia di Bari. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, Capristo avrebbe tentato di indurre un sostituto procuratore di Trani, Silvia Curione, a perseguire senza giusta causa una persona con l’accusa di usura. Il magistrato, inoltre, avrebbe fatto pressioni sulla collega, facendole temere ritorsioni sul marito, il pm Lanfranco Marazia. Dall’inchiesta emergono anche elementi che hanno portato alle accuse di favoreggiamento e abuso d’ufficio nei confronti di Di Maio.

Il ruolo dell’ex – Secondo i magistrati che stanno indagando sulla vicenda, fu Di Maio a ricevere dal sostituto Silvia Curione una lettera in merito a «pressioni ricevute da un ispettore di Polizia, Michele Scivittaro, a nome di Capristo». Secondo la Procura potentina, a quel punto, Di Maio avrebbe scelto di «procurare l’impunità di Carlo Maria Capristo» tenendo «comportamenti omissivi», diretti a non verificare se il Procuratore di Taranto fosse coinvolto o meno nella vicenda delle presunte pressioni per un processo a carico contro una persona estranea alle accuse di usura.