«Quando si spara davanti ad una scuola di periferia o dinanzi ad un bar in una piazza zeppa di gente in pieno giorno, la città e il Sindaco hanno il diritto/dovere di interrogare lo Stato». Così il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris, in un lungo post pubblicato stamani sul suo profilo Facebook, è tornato sull’agguato firmato dalla camorra che venerdì pomeriggio ha ferito tre persone tra cui la piccola Noemi, 4 anni, ancora in condizioni critiche.

L’appello – «Chiediamo allo Stato di toglierci il buio della zavorra criminale in modo che il suono della cultura vinca definitivamente sul rumore delle pistole». È questo l’appello lanciato pubblicamente dal sindaco dal capoluogo partenopeo, città per la quale, dichiara l’ex magistrato, è arrivato il momento di «sconfiggere ora, definitivamente, questa barbarie». «La nostra parte l’abbiamo fatta e la continueremo a fare», dichiara, ma è necessario l’aiuto dello Stato che De Magistris riconosce «distante, finanche ostile». Poi si rivolge direttamente al vicepremier Matteo Salvini, definito «un ministro muscolare con i deboli e molto molle con i forti» che «sul fronte sicurezza ha reso il Paese più insicuro e violento».

Il figlio del boss – «Mio padre è un uomo che purtroppo ha fatto delle scelte sbagliate nella vita: è un camorrista». A parlare è il 23enne Antonio Piccirillo. Suo padre, Rosario Piccirillo detto “o biondo”, è stato per anni un esponente di spicco dei clan malavitosi. Padrino di Chiaia con un debole per le imbarcazioni, fu arrestato nel 2005 per le pressioni esercitate sugli ormeggiatori di Mergellina. Il giovane, intervenuto in occasione del sit-in “DisarmiAmo Napoli” organizzato a seguito della sparatoria dalla rete “Un popolo in cammino”, ha preso le distanze in modo netto dalla scelte del genitore. «Lo dico ai figli dei camorristi, amate sempre i vostri padri ma dissociatevi dai loro stili di vita» argomenta il ragazzo. «I nostri padri ci hanno reso la vita difficile, quasi impossibile. Ci hanno creato dei disagi esistenziali enormi. La natura ci impone di volergli bene, ma chi fa soffrire la propria famiglia non può essere reputato un buon genitore» continua. E conclude: «C’è chi pensa che la camorra di una volta era meglio, non è così: la camorra ha sempre fatto schifo. Le persone perbene sono quelle che rispettano gli altri, e i camorristi non rispettano nessuno».

Il video – Intanto nelle ultime ore sono state diffuse le prime immagini filmate dalla telecamere di sorveglianza di alcuni esercizi commerciali ed edifici privati in via Acquaviva, all’angolo di Piazza Napoleone, dove intorno alle 17.00 è avvenuta la sparatoria. In uno di questi, ora acquisiti dalla Squadra Mobile, si vede in modo abbastanza chiaro il sicario, un affiliato della Camorra col volto protetto da un casco integrale, mentre armato di pistola insegue il 32enne pregiudicato Salvatore Nurcaro e travolge la bambina che in quel momento si trovava davanti al bar in compagnia della nonna. La piccola Noemi, raggiunta da un colpo che le ha perforato i polmoni, è tuttora ricoverata in condizioni critiche presso l’ospedale Santobono.