Due colpi di pistola alla nuca mentre tornava a casa. Così è stato ucciso Pietro Capone, 49enne di Gravina di Puglia (Bari). Era conosciuto come il “paladino della legalità”: aveva lottato contro la corruzione nella pubblica amministrazione ed era noto in città per le sue battaglie sugli abusi edilizi.

Capone è morto all’istante. Secondo gli investigatori due sicari lo hanno aspettato vicino alla sua abitazione e avrebbero sparato a distanza ravvicinata alle 22 del 10 marzo. A quanto riporta Gravinalife.it sul corpo di Capone ci sarebbero ferite da taglio: potrebbe aver lottato prima di essere ucciso. Ci sono dubbi sulle ragioni dell’omicidio. Secondo gli inquirenti, l’omicidio non sarebbe legato ad ambienti criminali, ma alla sua propensione a intentare cause legali. Il “paladino della legalità” era un proprietario terriero e viveva amministrando l’eredità di famiglia. Per questa ragione negli anni si era allontanato dai famigliari.

Il commissariato di Gravina sta ricostruendo gli ultimi giorni di vita di Capone. Ha convocato anche le persone che, negli ultimi tempi, avrebbero litigato con lui.

Vincenzo Scagliarini