Il monastero Petraki di Atene (Wikimedia Commons)

È accusato di aver lanciato del liquido caustico contro sette vescovi della Chiesa Ortodossa riuniti al monastero Petraki di Atene. Per questo un sacerdote è stato fermato e interrogato: secondo le prime ricostruzioni della televisione pubblica Ellinikì Radiofonìa Tileòrasi, il 37enne è a processo per reati legati alle sostanze stupefacenti. I media greci scrivono che avrebbe ammesso di aver compiuto l’aggressione perché i suoi superiori avevano deciso di sfrattarlo dalla sua diocesi. I sette ecclesiastici sono stati portati in ospedale con bruciature. Tra i feriti, anche un poliziotto che ha fermato il sacerdote, un avvocato e un altro membro del clero.

Le vittime e l’arma del delitto –  Le vittime sono i vescovi metropolitani di Glyfada Kifissia (in Attica), di Zante (isola a sud-ovest della Grecia), di Arta (a nord delle isole nel mar Ionio), di Kassandra (penisola a sud di Atene), di Goumenissa (a nord del Peloponneso) e di Dryinoupolis (a sud dell’Albania). La polizia non è riuscita a identificare immediatamente il liquido utilizzato ma il sacerdote avrebbe confessato di averlo acquistato online.

Le condizioni dei feriti – La presidente greca Katerina Sakellaropoulou ha espresso «la sua indignazione per questo evento senza precedenti». Inoltre, ha contattato il leader della Chiesa Greca, l’arcivescovo Ieronymos II, che si è subito recato all’ospedale dove sono ricoverate le vittime, accompagnato dal ministro della Salute Vassilis Kikilias. Quest’ultimo ha fornito maggiori informazioni sulle loro condizioni. Quattro sono lievemente feriti e stanno ricevendo il primo soccorso, un altro è stato trasferito in un altro ospedale per essere operato da un chirurgo plastico. E altri medici specializzati potrebbero doversi occupare dei due vescovi rimanenti: di questi, uno è rimasto ferito all’occhio.