Si è preso una pallottola per difendere la madre dalle minacce del patrigno ubriaco. È successo a Via Marco Aurelio, Milano, durante una lite familiare. Ora il tredicenne ferito è fuori pericolo, mentre Angelo di Matteo, guardia giurata di 45 anni, è in arresto con l’accusa di tentato omicidio aggravato e di resistenza a pubblico ufficiale. Non è la prima volta che un vigilante abusa della propria arma. Secondo Claudio Gatti, vicepresidente di Univ, Unione nazionale delle imprese del settore, «è chiaro che ci vorrebbero più controlli. Ma la questura, a cui è delegato questo compito, ha spesso ha questioni più importanti da sbrigare».

I fatti – Di Matteo era talmente furioso e alterato dall’alcol che la compagna, un’albanese di 41 anni aveva chiesto al figlio di calmare l’uomo con il quale conviveva da alcuni mesi. La lite era iniziata fuori dall’abitazione dove la donna non voleva entrare, scossa ed impaurita dagli insulti e dall’arma che il compagno aveva con sé. Così il tredicenne, che era in compagnia di un amico, ha portato il patrigno dentro, tentando invano di disarmarlo. Di Matteo ha sparato colpendolo alla gamba (all’ospedale Niguarda di Milano sarà diagnosticata una frattura dell’omero). In seguito la madre è fuggita con i due adolescenti in strada. Quando sono arrivati i carabinieri, chiamati dai vicini, il ragazzino ferito giaceva a terra in una pozza di sangue. Il patrigno era ancora in zona con l’arma in pugno e l’ha puntata contro le forze dell’ordine prima di arrendersi.

Reazioni-  Secondo Univ casi di cronaca come questi non rappresentano un’emergenza. «I controlli sui vigilantes non hanno una specifica programmazione», sostiene Claudio Gatti, «vengono effettuati a discrezione del questore che manda una segnalazione al prefetto. Capisco che le questure abbiano altre priorità, piuttosto che incrementare i controlli su una delle sue componenti minori». Poi ha proseguito: «Quello che possiamo auspicarci è l’emanazione di altri provvedimenti. Come quello su una regolamentazione precisa sui corsi di formazione, una misura che aspettiamo da anni»

La legge- Le guardie particolari giurate sono le forze di sicurezza che operano nell’ambito della vigilanza privata. La loro professione è regolamentata da due decreti regi, del 1936 e 1941, racchiusi nel Testo unico delle leggi della pubblica sicurezza (1931). Essi in sostanza stabiliscono le condizioni per la nomina e la revoca della qualifica di guardia giurata particolare. È il prefetto che valuta l’idoneità del candidato in base alla fedina penale e ai risultati di una perizia medico-psichiatrica. La regolamentazione ha subito varie modifiche dal 2008 in poi, dopo che la Corte di Giustizia europea aveva giudicato inadeguati gli standard italiani. Una delle novità più significative è il riconoscimento ai vigilantes di un incarico di servizio pubblico (2008).