Davide  Stival e la moglie  Veronica Panarello durante un sopralluogo in Contrada Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina (Ragusa) dove é stato trovato morto il loro figlio di 8 anni. Foto ANSA

Davide Stival e la moglie Veronica Panarello durante un sopralluogo in Contrada Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina (Ragusa) dove é stato trovato morto il loro figlio di 8 anni. Foto ANSA

Il tribunale del riesame di Catania ha pubblicato le motivazioni della conferma dell’arresto del 3 gennaio scorso di Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris Stival, ucciso il 29 novembre a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. “Sussiste il rischio di recidivanza e di inquinamento probatorio”, ha spiegato la corte. Che chiarisce come la decisione sia anche figlia di una serie di giudizi comportamentali legati alla donna, accusata di avere “una capacità elaborativa di una pronta strategia manipolatoria” ed una “elevatissima capacità criminale”.

Il responso dei giudici è severissimo. Secondo loro la donna ha architettato un lucidissimo piano per simulare il “rapimento a scopo sessuale” del figlio nel tentativo di depistare le indagini. La Panarello, si continua a leggere nelle 109 pagine delle motiviazioni, ha cercato con “impressionante determinazione di liberarsi del cadavere del figlio, scaraventandolo nel canalone”, occultando le prove del crimine. Confermato il giudizio del procuratore catanese Carmelo Petralia e il suo sostituto Marco Rota durante il fermo: “Si è resa responsabile dell’omicidio del proprio figliolo con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo”.

La donna è stata fin da subito la prima indiziata per l’omicidio del figlio Loris Stival, 8 anni, ucciso a Santa Croce Camerina, nel ragusano, il 29 novembre 2014. Ad inchiodarla le telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso la sua macchina nei pressi di Contrada Mulino Vecchio dove è stato poi rinvenuto il corpo del figlio.

Alessio Chiodi

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