«Hai bisogno di vedere un occhio nero per accorgerti della violenza sulle donne?». Sensibilizzare al tema della violenza di genere senza stereotipi, partendo dalla “violenza invisibile”, che sia quella psicologica o anche economica. È questo l’obbiettivo della nuova campagna promossa da CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate) e ideata dal team creativo di NAKED Studio. Tre foto di tre donne che non incarnano il tipico ritratto della vittima.
La campagna – Nessuna cicatrice o livido sulla pelle – ai quali ci hanno abituati le tante iniziative di sensibilizzazione istituzionale nel passato. Al loro posto, sui volti delle donne, frasi: «Ti aspetti di vedere uno zigomo rotto per accorgerti della violenza sulle donne?», o anche, «devi vedere una cicatrice sul labbro per accorgerti della violenza sulle donne?». A partire dal 23 novembre e fino al 6 dicembre, saranno oltre 60 le stazioni metropolitane milanesi che ospiteranno la campagna ideata da Gabriele Porta (NAKED Studio) per CADMI. «Abbiamo interpretato una necessità di CADMI nel cambiare comunicazione per quanto riguarda la violenza sulle donne», racconta Porta, «troppo spesso la donna è vista come vittima, con l’occhio nero o con il sangue, ma la violenza non è solo quella fisica». Gli fa eco Manuela Ulivi, avvocata e presidente CADMI: «La violenza che sia psicologica o economica sta alla base delle altre forme di violenza. Se non cominciamo da queste forme “invisibili” di violenza, possiamo solo commentare fatti quando non c’è più nulla da salvare e siamo già in una situazione in cui la donna ha subito».
Media e modelli – Bastano dei titoli, sui giornali o in tv, di qualsiasi testata a capire che c’è un problema. Non solo nella società – in cui i casi di violenza sono moltiplicati – ma anche sui media. Questo il fulcro dell’evento “Il potere delle parole – Il ruolo dei media nel contrasto alla violenza contro le donne” in cui è stata presentata la nuova campagna. Ed è proprio per analizzare come si parla di violenza, che si è svolto a Milano un dibattito tra i professionisti della comunicazione, giornalisti e pubblicitari. L’attrice Letizia Bravi ha letto in sequenza alcuni titoli di giornali e telegiornali che parlavano di femminicidi o violenza di genere, che hanno poi aperto il confronto tra i presenti, moderati dalla giornalista Tiziana Ferrario: la reporter Rai Giulia Bosetti, il giornalista Mediaset Gianluigi Nuzzi, la giornalista de Il Post Giulia Siviero. Si è concluso parlando dell’immagine della donna, tra la cosiddetta cartoonizzazione pubblicitaria – che propone modelli fisici ed estetici irreali – e gli stereotipi di genere, con le testimonianze di Maurizio Sala (chief communication officer di IGOODI) e Gabriele Porta (direttore creativo di NAKED Studio).
a cura di Filippo Menci e Simonetta Poltronieri
foto di CADMI/Naked Studio