«Il quadro clinico resta di estrema gravità». È questo l’ultimo bollettino medico sulle condizioni di Niky Hayden diffuso dall’ospedale Bufalini di Cesena, dove il campione del mondo 2006 di MotoGP è ricoverato dal pomeriggio di mercoledì 17 maggio. Il 35enne pilota statunitense è stato investito da un’auto mentre si allenava con la sua bici da corsa attorno alle 14, sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto, non lontano da Misano Adriatico. Arrivato al Pronto Soccorso dell’ospedale Infermi di Rimini, Hayden è stato trasferito d’urgenza al reparto di rianimazione del Bufalini di Cesena, dove è ricoverato con un trauma cranico e diverse fratture al bacino e al femore. I famigliari sono partiti dagli Stati Uniti e sono attesi a Bologna.
L’incidente – Hayden è stato investito mentre pedalava da solo. L’impatto è avvenuto con una Peugeot guidata da un 30enne della zona. La sua bici è finita accartocciata nel fosso accanto alla strada, mentre il pilota ha sfondato il parabrezza dell’auto. «Quando i miei uomini sono arrivati, il ferito era ancora a bordo strada e veniva stabilizzato dal personale medico» ha spiegato il Comandante della Polizia Municipale di Riccione, Pierpaolo Marullo. Le forze dell’ordine stanno ancora cercando di determinare la dinamica esatta dell’incidente. Secondo i medici, non è possibile intervenire chirurgicamente sul pilota, troppo debole per sottoporsi a un’operazione.
L’ultima vittima delle due ruote – Quella di Niky Hayden è solo l’ultima triste vicenda legata al mondo delle biciclette. Neanche un mese fa lo sport piangeva Michele Scarponi, il ciclista travolto a Filottrano (Ancona) da un camion durante uno dei suoi ultimi allenamenti prima del Giro d’Italia. Il 9 maggio, a Montecarlo, era andata decisamente meglio a Chris Froome, anche lui tamponato da un’auto mentre si allenava: fortunatamente, il corridore del team Sky è rimasto illeso.
Una vittima ogni 35 ore – I nomi noti dello sport hanno riacceso la polemica sulla pericolosità delle strade, non solo italiane, per i ciclisti. Le cifre fanno gridare all’allarme: gli incidenti, e di conseguenza le vittime sono in crescita. Oltre mille persone hanno perso la vita negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci 2015/2012), una media superiore ai 250 decessi l’anno. Uno ogni 35 ore. Senza contare le migliaia di feriti che si registrano ogni anno. Intanto a Roma, dopo l’approvazione della legge sull’omicidio stradale, il Parlamento è al lavoro sul decreto “salva-ciclisti”. Servirà all’Italia per allinearsi a quelle nazioni in cui questo tipo di provvedimento è già da tempo in vigore, come la Francia e la Spagna: in quest’ultimo caso, la sanzione per chi non rispetta la distanza durante un sorpasso è di 200 euro e quattro punti in meno sulla patente.