Liliana Segre ha 92 anni, è sopravvissuta all’Olocausto ed è senatrice a vita dal 2018. È anche stata la terza donna a ricoprire la carica di Presidente del Senato (ad interim nel suo caso) della Repubblica italiana. Nonostante ciò, è costantemente vittima dell’odio: è stata minacciata di morte sui social da un esponente del movimento No Vax. Afferma di essere stata in silenzio per troppo tempo nei confronti delle persone che la caricano di insulti e per questo oggi decide di denunciare.

I No Vax – L’avversione degli anti-vaccinisti verso Segre ha inizio lo scorso anno, quando la signora decide di farsi fotografare di fronte all’ospedale Fatebenefratelli di Milano mentre riceve la prima dose di vaccino. Da quel momento si è sempre dichiarata a favore della campagna vaccinale. In questi giorni i no vax sono tornati ad infierire sulla senatrice. Sullo scontro tra Segre e i no vax era anche apparso recentemente online un articolo che sembrava essere attribuito a La Repubblica ma che in realtà era un falso prodotto da un account fake. La testata ha denunciato il caso alla polizia postale.

Sotto scorta – Segre ha parlato dell’ultima offesa ricevuta come una «maledizione così forte» da sentirsi costretta a denunciare immediatamente. La senatrice riceve quotidianamente minacce di qualsiasi genere, tanto che nel 2019 il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha deciso di affidarle una scorta composta da quattro carabinieri per proteggerla da eventuali aggressioni. Da tre anni risulta essere la donna più anziana d’Italia a vivere sotto scorta. I diversi improperi che riceve, secondo la senatrice, sono causati da ignoranza e antisemitismo, ancora diffuso in Italia. Inoltre, la maggior parte degli insulti provengono dai social e sono opera dei cosiddetti “leoni da tastiera”, ovvero persone che da dietro lo schermo di un computer si sentono legittimate a scrivere qualsiasi cosa senza pensare alle conseguenze.

Sostegno politico – Molti i politici italiani a essere vicini alla senatrice. Il primo a esprimersi è stato il senatore Francesco Verducci del Partito democratico, seguito dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e dal Presidente del Senato Ignazio La Russa. Anche Giuseppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra e Presidente del gruppo Misto del Senato, esprime la sua solidarietà e quella del suo gruppo nei confronti di Liliana Segre dicendo che «la cultura dell’odio va sconfitta e quindi è giusto denunciare. Chi attacca la senatrice Segre attacca tutti noi». Al momento nessuna dichiarazione dalla presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni.