«La fame non ha presente né futuro, solo passato». Ha esordito con queste parole Papa Francesco nel discorso pronunciato stamattina alla Fao di Roma in occasione della 42esima sessione del Consiglio dei governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad). Il pontefice non ha perso tempo ed è andato dritto al punto di ciò che più gli sta a cuore: la salvezza degli ultimi.

Le dichiarazioni –  «La mia presenza desidera portare in questa sede i desideri e le necessità della moltitudine di nostri fratelli che soffrono nel mondo», ha dichiarato in apertura Francesco. E ha proseguito: «Vorrei poter guardare i loro volti senza arrossire perché finalmente il loro grido è stato ascoltato e le loro preoccupazioni sono state affrontate». Bergoglio ha fatto poi riferimento all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma sottoscritto nel 2015 dai 193 Paesi membri dell’ONU che si prefigge di raggiungere 17 importanti obiettivi da qui ai prossimi 11 anni. «Tutto ciò non sarà possibile senza lo sviluppo rurale», ammonisce il pontefice, «uno sviluppo di cui si parla da molto tempo ma che non arriva a concretizzarsi». Bergoglio ha inoltre sottolineato uno degli esiti più contraddittori del processo di globalizzazione: «È paradossale che una buona parte degli oltre 820 milioni di persone che soffrono la fame e la malnutrizione nel mondo vivano nelle zone rurali, si dedichino alla produzione di cibo e siano contadini».

Il premier – Alla mattinata ha partecipato anche il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, che a nome del governo ha ringraziato il Santo Padre «per aver valorizzato, con la sua presenza, l’impegno delle agenzie nei loro sforzi per l’obiettivo di “fame zero”». L’incontro arriva ad una settimana di distanza dal Terzo Forum Internazionale dei popoli indigeni organizzato a Roma dalla stessa Ifad ed è una tappa importante verso il Sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica convocato dal papa per ottobre di quest’anno.

L’Ifad – Presente in 181 Paesi del mondo, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo è un’agenzia finanziaria internazionale con sede a Roma istituita nel 1977. Opera all’interno dell’Onu e la sua missione è quella di favorire il benessere delle popolazioni rurali più povere del pianeta. Oggi Bergoglio ne ha incontrato una delegazione di rappresentanti, che per l’occasione hanno regalato al pontefice alcuni lavori di artigianato provnienti da tutto il mondo: un cappotto di lana di alpaca delle Ande boliviane, una coperta realizzata dagli Igorot, popolo aborigeno della Cordigliera centrale (Filippine) e una bibbia tradotta in miskito, la lingua parlata in Nicaragua dalla popolazione omonima residente nell’America centrale.