«Devo badare alla salute o vado dritto in Paradiso», ha detto ieri Papa Francesco a Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio è stata la prima leader politica a far visita al pontefice da quando è stato ricoverato per una polmonite al policlinico Gemelli di Roma il 14 febbraio. Le condizioni di salute di Bergoglio sembravano critiche, ma ora i medici vedono «un lieve miglioramento».

La visita – «Oggi ci siamo vestiti uguali», ha scherzato il Papa con la premier biancovestita. Ieri pomeriggio Meloni è arrivata nell’appartamento papale di otto stanze del Gemelli. Lì non entrano nemmeno i cardinali per mantenere lo spazio asettico, ma la presidente del Consiglio è entrata comunque per una visita di venti minuti. «Sono venuta a nome del popolo italiano per dirle che le siamo tutti vicini e le auguriamo una pronta guarigione», ha detto. Bergoglio ha risposto di essere dispiaciuto di non poter vivere il giubileo come avrebbe voluto.

La salute del Papa – Dal letto alla poltrona. Il Papa al settimo giorno di ricovero, è riuscito a fare colazione seduto per la prima volta dal ricovero e respira da solo. L’infiammazione delle vie respiratorie pian piano migliora, ora bisogna tenere sotto controllo il cuore. Regge bene, e questa è una buona notizia nel caso l’infiammazione dovesse raggiungere l’apparato cardio circolatorio. Di questa eventualità, come racconta La Repubblica, hanno parlato i medici. Bergoglio ha 88 anni e dal 2022 non cammina, il suo cuore sta bene ma non è la miglior situazione possibile. Tutti questi elementi formano il quadro clinico «complesso», come lo hanno chiamato i medici negli scorsi giorni. Secondo loro adesso serve assoluto riposo.

I giorni scorsi – Il raffreddore di inizio febbraio non ha fermato Bergoglio. Non voleva rinunciare agli impegni del giubileo, continuava a stare molto tempo in mezzo alla gente e all’aperto. La scorsa settimana il raffreddore è diventato una bronchite e venerdì è stato ricoverato al decimo piano del Gemelli. Ci sono voluti tre giorni per i risultati delle analisi. L’esito, arrivato lunedì, parlava di un’infezione polimicrobica. Martedì si è aggiunta la polmonite bilaterale. Per questo nell’ultima settimana le cure sono state cambiate e riviste più volte. Dal letto di ospedale «continua l’attività, cioè la lettura e la firma di documenti, colloqui telefonici o con gli stretti collaboratori», si apprende da fonti vaticane. Ma, per ora, due o tre settimane di degenza sono d’obbligo.