Sedici anni per avere aggredito due neonazisti in Ungheria. Questo è quanto rischia Ilaria Salis, 39enne milanese, nel processo previsto per il 29 gennaio. L’anarchica è da 11 mesi detenuta a Budapest per aver ferito due persone durante una manifestazione in memoria di un battaglione SS. Le sue condizioni in carcere sono state definite dalla senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) Ilaria Cucchi «non dignitose» e il padre di Ilaria, Roberto Salis, ha accusato il governo italianodi «non aver fatto nulla».
L’accaduto – Dal 1997, ogni 11 febbraio l’estrema destra europea si raduna a Budapest per ricordare la resistenza dei soldati nazisti, tedeschi e ungheresi, contro la conquista della città da parte dell’Armata Rossa. Durante la manifestazione del 2023, gli antifascisti avevano organizzato una contro-manifestazione. Le due fazioni sono arrivate a scontrarsi violentemente in vari parti della città. Ilaria Salis è accusatadi aver ferito, , in uno di questi scontri, due neo-nazisti.
L’accusa – Pochi giorni dopo la manifestazione, Salis è stata arrestata insieme a due cittadini tedeschi per averr aggredito, se condo i magistrati ungheresi, tre persone con colpi potenzialmente mortali (anche se la prognosi dei feriti è stata di 6 e 8 giorni) e di appartenere ad un’organizzazione criminale. Da quel momento Salis è in detenzione preventiva in un carcere di massima sicurezza in attesa del processo. «Non è stato dimostrato che l’imputata abbia commesso questi crimini – ha spiegato a Il Manifesto l’avvocato difensore della milanese György Magyar – Non vi era alcuna possibilità che le lesioni fossero mortali e non c’è alcuna organizzazione criminale coinvolta». Salis si dichiara innocente e ha rifiutato la possibilità di patteggiare a 11 anni.
Condizioni disumane – In una lettera consegnata ai suoi avvocati, la donna ha denunciato le condizione nelle quali vive da quasi un anno: caviglie e polsi legati, scarafaggi e topi nelle celle, malnutrizione (a volte la cena consiste in un pezzo di pane), scarsa igiene (100 millilitri di sapone liquido al mese), un’ora d’aria al giorno che spesso coincide con la doccia. Inoltre, durante i trasferimenti (Salis ne ha fatti 11), i detenuti sono stati tenuti al guinzaglio dalle guardie carcerarie. «Hanno privato Ilaria, a differenza dei due tedeschi, della possibilità di parlare con i propri familiari fino al 6 settembre», ha affermato il padre.
Appello inascoltato – Il padre di Salis ha più volte scritto alle istituzioni, ma non ha mai ricevuto risposta: «È inaccettabile che un cittadino possa ritrovarsi in una situazione così irreale – ha denunciato il padre – e credo sia disarmante per un italiano sapere che, qualora si trovasse in una situazione così, non può contare neanche su una risposta». Roberto Salis ha scritto alla presidente del Consiglio Meloni, ai presidenti di Camera e Senato e ai ministri della Giustizia Carlo Nordio e degli Esteri Antonio Tajani. Secondo Salis, i rapporti di Meloni con il premier ungherese Viktor Orbán potrebbero essere un vantaggio, ma anche uno svantaggio: «Dipende da quali sono gli obiettivi». Ilaria Cucchi ha ribadito che «il governo non ha fatto nulla» e ci ha tenuto a ricordare a Meloni che «Ilaria deve essere tutelata».
La replica di Tajani – «Non è vero che la Farnesina non sta facendo nulla. L’ambasciata ha sempre seguito la vicenda. Noi ci battiamo perché ci siano tutte le garanzie legali, ma non siamo noi i giudici». Così ha risposto al padre di Salis il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Oggi pomeriggio, 11 gennaio, anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio parlerà della vicenda, come chiederà il capogruppo di Avs Peppe De Cristofaro durante il question time.