Dopo quasi tre anni sembra vicino alla soluzione l’omicidio di Roberto Puppo, 42 anni di Levate, ucciso il 24 novembre 2010 a Maceiò (Brasile). Tre persone sono state arrestate all’alba del 6 giugno come mandanti dell’omicidio: avrebbero fatto un uccidere l’imprenditore italiano per riscuotere l’assicurazione. I fermati, per due dei quali è stata ordinata la custodia cautelare in carcere, sono imprenditori e commercianti bergamaschi del settore immobiliare, accusati di omicidio premeditato in concorso. Le indagini, concluse ad aprile, hanno permesso di fare chiarezza sull’omicidio di Puppo, per il quale la polizia locale, alcuni giorni dopo, aveva arrestato quattro brasiliani, compresi un minore e una donna, come esecutori materiali.

Dalle indagini era subito emerso che non ci si trovava di fronte a un omicidio d’impeto, ma che vi fosse un mandante dall’Italia. I carabinieri avrebbero così accertato che i tre bergamaschi avevano ricattato la vittima a seguito di un cattivo investimento, che aveva provocato loro una perdita di circa 200mila euro. I tre avrebbero convinto Puppo a stipulare cinque polizze assicurative “puro rischio morte” per un valore complessivo di 1,15 milioni di euro. I beneficiari erano loro stessi o soggetti a loro riconducibili.

Poi, visto che l’uomo aveva problemi economici, l’avevano convinto anche ad andare in Brasile, assicurandogli che lì avrebbe trovato un lavoro molto remunerativo. A ottobre 2010, la vittima era così arrivata a Maceirò. Circa due mesi dopo, è stato ucciso in quella che voleva essere fatta passare come una rapina finita male.

Alexis Paparo