«Ci giungono quotidianamente segnalazioni sul mancato rispetto del divieto di fumo riferito a sigarette elettroniche». No, non è una circolare di qualche scuola superiore dove ragazzi e ragazze si imboscano per fumare di nascosto, bensì di una lettera inviata dal sindacato interno dei lavoreatori di Palazzo Madama agli organi doi controllo. .«Purtroppo dobbiamo evidenziare che il divieto in questione continua a essere disatteso anche da alcuni Onorevoli Senatori». La lettera sarebbe stata mandata, si legge su il Fatto Quotidiano., prima del doppio ponte di fine aprile-inizioa maggio

Vietato fumare – Come in tutti gli spazi pubblici, in Senato non si può fumare. O almeno non si potrebbe. Niente sigarette classiche, sigarette arrotolate e nemmeno quelle elettroniche un po’ più chic. Ma è proprio per una fumata elettronica che molti senatori e senatrici si rinchiudono negli uffici, scrive il Fatto Quotidiano. Una pausa alla Brucaliffo lontani da sorveglianza e strigliate, e anche dalla legge. Ma non è bastato, e al rientro dal ponte del Primo Maggio l’Amministrazione del Senato ha dovuto richiamare all’ordine l’intera massa di parlamentari tabagisti (anche i 2.0).

Fumata francese – In Francia invece Élisabeth Borne, premier fino a gennaio 2024, fumava la sua sigaretta elettronica senza problemi. Spazi pubblici, a favore di camera e persino dentro a Palazzo Borbone, sede dell’Assemblea Nazionale. A farle compagnia tra gli amanti delle sigarette elettroniche, sfoggiate in pubblico senza problemi, c’era persino il Presidente Emmanuel Macron. Se il fumo fa male perché nascondere uno strumento che permette di lasciarsi alle spalle un brutto vizio? Con questa filosofia la politica d’Oltralpe veniva considerata da alcuni come un simbolo contro il vecchio e dannoso fumo di sigaretta. Ma anche lì l’opposizione la prendeva come una mancanza di rispetto in aula.