«Da quando avevamo 13 anni, iniziò a frequentare la nostra camera la sera. Si metteva nel letto di mio fratello, che costringeva a rapporti orali, mentre a me suggeriva di dormire senza mutandine. “Così respira”, mi diceva». Queste parole del libro «La familia grande», in cui Camille Kouchner accusa il proprio patrigno Olivier Duhamel, hanno profondamente scosso la Francia su un tema più diffuso di quanto si potesse pensare. Dopo l’uscita del libro il 7 gennaio 2021, sono quasi 10mila i post su Twitter che recano l’hashtag #MeTooInceste, che sabato 16 gennaio era il secondo più twittato di Francia. L’impressione è che, come era avvenuto con il movimento #MeToo nel 2017, sia stato scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Se possibile ancora più odioso del precedente, in quanto si tratta di abusi avvenuti su bambini e adolescenti tra le mura domestiche.
Il caso Kouchner – Gli abusi raccontati in «La familia grande» hanno fatto particolarmente scalpore anche per via della fama delle persone coinvolte. Camille Kouchner e il fratello sono figli di Bernard Kouchner, fondatore di Medici senza Frontiere e più volte ministro, e di Evelyne Pisier, saggista e politologa nota anche per essere stata l’amante di Fidel Castro alla fine degli anni Sessanta. Dopo il divorzio con Kouchner, Pisier si risposò con il noto politologo Olivier Duhamel. Secondo quanto raccontato da Camille, Duhamel fu una figura positiva fino alla loro pubertà, quando iniziarono gli abusi descritti. Vittima principale di questi era Victor (il nome è di fantasia, Camille non ha voluto rivelare di quale dei suoi due fratelli si trattasse), mentre su di lei la violenza era mentale ma non fisica. Vent’anni dopo, nel 2008, i due gemelli decisero di raccontare alla madre le violenze subite, ma Pisier minimizzò, sostenendo che non essendoci stata sodomia fosse esagerato parlare di abusi. Solo dopo la morte della ex amante di Castro, avvenuta nel 2017, Camille Kouchner ha trovato il coraggio di scrivere il suo libro.
La questione politica – Il caso Kouchner lambisce anche la politica d’oltralpe. Olivier Duhamel, che nel frattempo ha lasciato la Fondazione Nazionale delle Scienze Politiche (finanziatrice della prestigiosa università Sciences Po, dove ha a lungo insegnato) e alcuni incarichi giornalistici, è stato un membro influente del Partito socialista (Sfio), molto vicino all’ex presidente François Hollande. Membro dello Sfio è anche Elisabeth Guigou, ex ministro della giustizia che era stata chiamata a presiedere la commissione sull’incesto creata in seguito all’uscita di «La familia grande». Dopo alcuni giorni, Guigou ha rinunciato all’incarico, accusata di conoscere già da molti anni la storia dei gemelli Kouchner e di averla taciuta per via della propria amicizia con Duhamel. Per un Partito socialista ridotto ormai da anni ai minimi termini, il #MeTooInceste può essere un ulteriore colpo molto pesante. Più in generale poi, è sotto accusa il libertinismo post sessantottino, nei cui ambienti l’incesto sarebbe stato sdoganato.
Un fenomeno troppo a lungo taciuto – La portata della diffusione di casi di incesto in Francia è sostenuta non solo dall’impressionante numero di tweet #MeTooInceste, ma anche dagli inquietanti risultati di un recente sondaggio. Quasi il 10% dei francesi avrebbe subito abusi nella propria infanzia e 165mila bambini riceverebbero violenza di vario tipo ogni anno. Nell’80% dei casi, i responsabili sono familiari. Il fenomeno del #MeTooInceste sembra essere solo all’inizio.