È di 41 morti e 37 feriti, di cui 3 gravissimi, il bilancio dell’incidente aereo del Sukhoi Superjet-100, partito da Mosca e diretto a Murmansk, nella parte nordoccidentale della Russia, che ha preso fuoco durante un atterraggio di emergenza domenica 5 maggio. Due scatole nere, un registratore vocale e un registratore di dati, sono state recuperate dalla commissione investigativa costituita per indagare le cause dell’incidente. La commissione ha confermato anche che tutti i corpi dei 41 morti sono stati recuperati. L’incidente sarebbe avvenuto a causa di un problema tecnico secondo la compagnia aerea Aeroflot. Il 7 febbraio, lo stesso aereo Sukhoi Superjet 100 (volo AFL1231), in volo sulla stessa tratta Murmansk-Mosca, aveva riportato anomalie agli aereofreni in fase di atterraggio ed era poi atterrato con 45 minuti di ritardo.

Il percorso del Superjet 100, dopo l’incidente (dal sito Flightradar24)

L’incidente – A 28 minuti dal decollo, l’equipaggio del Sukhoi Superjet-100 ha richiesto un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Mosca Sheremetyevo. Secondo un sopravvissuto, un’ala dell’aereo avrebbe preso fuoco già in volo. Denis Evdokimov, il pilota del Superjet, ha dichiarato che «un fulmine ha colpito l’aereo e ha mandato in tilt la connessione radio e la strumentazione avionica», riporta il giornale russo Pravda. In seguito, il pilota avrebbe riportato il velivolo all’aeroporto di Sheremetyevo. In un comunicato Aeroflot ha confermato che l’incendio a bordo del volo SU1492 è partito «dopo l’atterraggio a Sheremetyevo». L’aereo ha rimbalzato all’atterraggio e si è schiantato a terra rompendo il carrello principale e sbattendo con la coda provocando l’incendio, sviluppatosi nella parte posteriore. A causa dell’impatto violento con la pista, dai motori dell’aereo si è propagato un incendio che è arrivato allo spazio passeggeri e ha ucciso 41 persone. «Non è stato possibile raccogliere dati sugli ultimi momenti di volo», riferisce il sito Flightradar24, che monitora i percorsi dell’aviazione civile nel mondo.

Un’immagine dei resti del Superjet 100 della Commissione di investigazione russa

Panico ritarda operazioni di soccorso – «Il jet è stato evacuato in 55 secondi», ha detto Maksim Fetisov, portavoce di Aeroflot, «un tempo inferiore ai 90 secondi previsti dalle norme». Secondo una fonte dell’agenzia russa Interfax, i passeggeri delle file posteriori avrebbero cercato di recuperare i bagagli nelle cappelliere prima dell’atterraggio. Il panico avrebbe ritardato le operazioni di soccorso dei passeggeri dell’aeromobile, che avrebbero bloccato la propria uscita di emergenza. Non è stato possibile infatti aprire la porta posteriore per procedere all’evacuazione.

Aereo di bandiera – Primo aereo di fabbricazione russa dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il Sukhoi Superjet 100-95B aveva operato il suo primo volo nel giugno del 2017. Era stato poi consegnato alla compagnia Aeroflot nel settembre dello stesso anno. Il Superjet è sviluppato dall’azienda aeronautica italo-russa Sukhoi Civil Aircraft Company prodotto da Aermacchi, una compagnia italiana succursale di Leonardo aerospace. Nel gennaio 2019, la compagnia belga Brussels Airlines aveva rinunciato alla fornitura del Superjet 100, che era prevista con un contratto di due anni. La compagnia messicana Interjet, che opera 5 modelli dell’aereo coinvolto nell’incidente, ha affermato che «è in costante comunicazione con il produttore e le autorità competenti e seguirà da vicino i risultati delle indagini su questo caso».  Ma il ministro dei Trasporti russo Yevgeny Ditrikh non vede «alcuna ragione» per mettere a terra la flotta di Sukhoi Superjet 100.