Un silenzio assordante, rotto solo dalla disperazione dei familiari. È questo che i soccorritori e le forze dell’ordine si sono trovati davanti nella tarda serata di sabato 22 gennaio sulla statale 45bis, a Rezzato, nel Bresciano. Qui, all’altezza del chilometro 48+600, intorno alle 22.30 cinque ragazzi hanno perso la vita in un incidente stradale. Erano tutti della Val Sabbia, a ovest del Lago di Garda. Secondo quanto emerge dalla ricostruzione degli inquirenti, nessuno di loro aveva la patente.

Le vittime – Il più grande, Salah Natiq, alla guida dell’auto, aveva 22 anni. La più piccola, Irene Sala, ne aveva 17. Viaggiavano con loro anche Imad Natiq, cugino di Salah, Imad El Harram e Dennis Guerra, tutti ventenni. L’auto su cui viaggiavano, una Polo Volkswagen, era stata prestata a Salah da un suo amico di Casto, altro paese del Bresciano, che li seguiva a bordo di un altro veicolo. È stato lui il primo ad arrivare sul luogo dell’incidente, solo pochi minuti dopo lo schianto. Ancora non è noto il perché l’amico di Salah gli abbia prestato la sua auto e soprattutto se fosse a conoscenza o meno del fatto che il ragazzo non avesse la patente.

L’auto su cui viaggiavano i ragazzi dopo l’incidente (Ansa)

L’incidente – I cinque giovani sono morti in un frontale violentissimo contro un pullman della Tour Caldana, che viaggiava senza passeggeri. L’autista di 58 anni è rimasto solo lievemente ferito, ma è stato comunque accompagnato in ospedale perché sotto shock. «Non ho potuto evitarli», ha ripetuto più volte ai soccorritori. Sulla dinamica dell’incidente non ci sono dubbi, tanto che già dopo poche ore è stato rilasciato il nulla osta alla sepoltura e il dissequestro dei veicoli coinvolti. L’autobus e la Polo procedevano in direzioni opposte sulla 45bis quando all’altezza di una semicurva, stando a quanto ricostruito finora, l’auto dei ragazzi avrebbe invaso la corsia opposta, sulla quale viaggiava il bus. La violenza dello schianto, l’auto distrutta, con il motore scaraventato a metri di distanza, ma anche le condizioni del bus, fanno supporre con poco margine di errore che i giovani viaggiassero a una velocità molto elevata, probabilmente per effettuare un sorpasso.

L’ultimo giorno insieme – I cinque ventenni erano amici e quel sabato avevano deciso di trascorrerlo insieme. Dopo un pomeriggio in compagnia di altri amici per uno spiedo di gruppo a Sabbio Chiese volevano spostarsi a Brescia per trascorrere la serata in uno dei locali della città. Nessuna autopsia, già domenica i corpi dei ragazzi sono stati restituiti alle famiglie. I sindaci dei comuni in cui risiedevano le vittime hanno indetto il lutto cittadino per martedì 25 gennaio, in occasione dei funerali di Irene e Dennis. Anche la comunità islamica di Val Sabbia si unisce nel dolore per la scomparsa dei ragazzi. Domenica è stata celebrata una veglia in memoria dei cugini Natiq e per Imad El Harram. I due ragazzi lavoravano in un’azienda metalmeccanica. Il loro amico Imad, residente a Nozza con i genitori e le due sorelle, studiava. I corpi saranno trasferiti nella loro terra d’origine, in Marocco, e sepolti a Beni Mellal.