I dati fanno paura: da gennaio a marzo 2021 in Italia i morti sul lavoro sono stati due al giorno. In tutto 185 vittime, 19 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A documentare la strage sono le cifre dell’Inail, l’Istituto nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni. Il dato sulle denunce di infortunio con esito mortale riportato nel bollettino trimestrale dell’ente segna un incremento dell’11,45%.
I dati – Da gennaio a marzo, dunque, sono state 185 le morti sul lavoro denunciate, 19 in più rispetto alle 166 rilevate nello stesso periodo del 2020. Sul numero complessivo dei casi, 154 riguardano gli infortuni in occasione di lavoro (avvenuti durante la prestazione lavorativa), 31 sono stati invece quelli in itinere, cioè andando e tornando dal luogo di lavoro. Tenendo conto del genere delle vittime, si registra un aumento sia per quanto riguarda le donne, con 14 denunce a fronte delle 11 rilevate nello stesso periodo dell’anno precedente (+27,27%), che per gli uomini, 171 contro 155 (+10,32%). A livello territoriale, le morti sono in aumento al centro (+47,83%), al sud (+23,40%), a nord est (+11,76%) e nord ovest (+4,44%). In controtendenza invece le isole, con il 52,94% di casi di infortuni mortali in meno. Il Lazio è in testa, con 12 casi in più rispetto all’anno precedente, seguito da Abruzzo (+8), Lombardia (+6), Campania (+5), Provincia autonoma di Bolzano, Molise (+3), Veneto e Emilia Romagna (+2), Toscana e Umbria (+1). Sono diminuite in Sicilia (- 7 casi), Piemonte e Puglia (-4), Marche (-3), Friuli Venezia Giulia e Sardegna (-2), Provincia autonoma di Trento e Basilicata (-1).
Gli ultimi casi – Il tema delle morti sul lavoro è tornato attuale in seguito agli incidenti dei giorni scorsi che hanno coinvolto Luana D’Orazio e Christian Martinelli. La prima, 22 anni, operaia in un’azienda tessile di Prato e madre di un bambino di 5 anni, rimasta impigliata nel rullo di un macchinario. Il secondo, 49 anni, padre di due bambine, morto per arresto cardiaco in ospedale dopo essere rimasto parzialmente schiacciato da un’alesatrice nella fabbrica di Busto Arsizio dove lavorava come operaio.
I sindacati – Il 5 maggio, uscendo da Palazzo Chigi dove si è svolto un incontro con il governo sul Recovery Plan, il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha dichiarato di voler «aprire una grande vertenza nazionale sul tema della sicurezza» e «organizzare iniziative di confronto con i nostri quadri e i delegati». «Chiediamo impegni precisi al governo e al sistema delle imprese», ha aggiunto. Anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, dopo la riunione con i rappresentanti dell’esecutivo, ha parlato dell’ipotesi di convocare nei prossimi giorni, «attraverso un coinvolgimento dei ministri di lavoro e sanità», un tavolo sulla sicurezza sul lavoro. «Noi – ha continuato – abbiamo chiesto che vengano destinate risorse per le assunzioni nei servizi ispettivi». «Non è accettabile in alcun modo quello che sta avvenendo», ha concluso Landini.