L’influenza in Italia sta per raggiungere il suo picco epidemico. Dall’inizio della stagione ci sono state 39 morti e sono sotto osservazione 191 pazienti gravi. Solo nell’ultima settimana si sono registrati 725.000 nuovi casi. È quanto rileva l’ultimo rapporto di sorveglianza epidemiologica InfluNet, elaborato settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità. Da ottobre si sono ammalati 3,6 milioni di persone.

Il rapporto –  L’aumento dei casi di sindrome influenzale è stato più brusco nel passaggio dalla terza alla quarta settimana di gennaio, con l’incidenza a 12 casi ogni mille assistiti. A risultare più colpite sono la Provincia Autonoma di Trento, le Marche, l’Umbria, l’Abruzzo, la Campania e la Calabria. Si ammalano soprattutto i bambini con meno di cinque anni, con un aumento da 28 a 37 casi per mille. Il picco sta arrivando un mese più tardi rispetto alla stagione 2017-18. Le complicazioni e i decessi si sono verificati in soggetti di età superiore a 50 anni, l’84% dei quali risultava non vaccinato. Hanno influito condizioni di rischio preesistenti come malattie cardiovascolari o respiratorie, tumori, obesità e diabete. L’influenza si risolve senza particolari conseguenze nella maggior parte dei casi, ma la complicanza più diffusa può essere la polmonite, specie nei soggetti considerati a rischio.

Le misure in Lombardia – In Lombardia al momento si registrano 6 decessi e 43 casi gravi. Per gestire l’afflusso di pazienti, lunedì 28 gennaio la regione Lombardia ha approvato un piano-antiaffollamento dedicato al pronto soccorso. «Con il picco dell’influenza sono raddoppiati gli accessi ai Pronto soccorso e le chiamate ai numeri di emergenza», è quanto riferisce l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Le aziende socio-sanitarie lombarde hanno preparato un piano di emergenza modulato secondo i carichi di lavoro, che si attiva in caso di criticità. La scorsa settimana ci sono state punte di 160 casi gestiti contemporaneamente sul territorio, contro gli abituali 80.