Termometro, té caldo e medicine. Sono ancora 4,7 milioni gli italiani a letto per l’influenza, ma per la prima volta nella stagione 2017-2018 i dati dell’Istituto Superiore di Sanità riportano un calo nell’incidenza dei casi. Fra la seconda e la terza settimana di gennaio i contagiati scendono dal 14,5 al 13,1 ogni mille assistiti. Rimane alto il numero di bambini influenzati fra i 5 e 14 anni, 21,9 su mille assistiti, ma per il rapporto Influnet il dato è dovuto alla riapertura delle scuole. Per i medici, nonostante il picco influenzale sia stato fra la seconda metà di dicembre e le prime due settimane di gennaio, per i più giovani resta la scuola il principale luogo di contagio e diffusione dei virus. Per i neonati e i piccoli fino ai cinque anni l’incidenza è addirittura superiore ai 40 casi ogni mille assistiti.

Rapporto Influx 2018

Epidemia record – L’impatto dell’influenza quest’anno ha superato ogni record. Numeri simili, con quasi 5 milioni di italiani costretti a rimanere a letto, si erano visti solo nel 2005 e nel 2010. Già nella prima settimana del 2018 i nuovi casi erano 802mila, 2,9 milioni durante il picco influenzale delle festività natalizie. La stima di Influnet, rete coordinata dal ministero della Salute, serve a valutare la durata e l’intensità delle epidemie influenzali, avvalendosi dei medici delle Asl regionali che raccolgono i dati settimana per settimana. Dal 15 gennaio la curva dell’incidenza influenzale ha iniziato a scendere e gli esperti prevedono che non ci saranno nuovi innalzamenti fino al prossimo autunno. In ogni regione italiana i casi nell’ultima settimana sono diminuiti, ma le cifre restano superiori alla media. Rispetto ai bambini, nella fascia 15-64 anni i casi di incidenza sono scesi a 11,09 su mille individui considerati nel rapporto, mentre per gli over 65 i casi sono 5,8, numero inferiore dovuto anche al maggior ricorso di questa parte della popolazione ai vaccini anti-influenzali.

 

Rapporto Influx 2018

Le differenze per regione – Da nord a sud il numero dei contagi è rimasto stabilmente al di sopra dei 10 casi su mille assistiti. Unica eccezione Bolzano, che si attesta appena sopra i 7 casi su mille. Nel resto della penisola, forte impatto dell’influenza soprattutto al sud, dove Calabria e Basilicata sono state le regioni con il numero record di influenzati già nella prima settimana di dicembre. Ma all’inizio del 2018, durante il picco influenzale, sono state molte le regioni oltre i 13 casi. Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Campania e Sardegna sono tutte protagoniste di un epidemia record che ha contribuito al record della media nazionale. Meno colpite, in rapporto alle altre, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Friuli, Puglia e Sicilia, mostrando che la concentrazione dei virus non è riconducibile a un territorio definito. Allo stesso modo, il calo dell’incidenza nei prossimi giorni, per l’Istituto Superiore di Sanità, sarà uniforme in tutte le regioni.