Treni in ritardo. Da mesi. Ma Ferrovie dello Stato si smarca dalle accuse e decide di presentare un esposto alla Digos di Roma in cui si sostiene che qualcuno abbia preso di mira volontariamente la rete ferroviaria. Si è avanzata persino l’accusa di terrorismo oltre a quelle per danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. Una nuova strategia, ma la tensione è dei passeggeri che, in numero sempre maggiore, non arrivano a destinazione negli orari prestabiliti o non arrivano proprio.

La denuncia – Nell’esposto si contano problemi più o meno seri per la circolazione di 396 treni negli ultimi cinque giorni. Ogni 24 ore, in Italia, ne viaggiano novemila. Problemi importanti che, secondo Fs, possono essere giustificati con un sabotaggio da parte di ignoti: «Non si può escludere in radice l’ipotesi che si tratti di una situazione connessa ad attività interne e o esterne volutamente mirate a colpire gli asset aziendali con la finalità di destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo il gruppo Fs ed il relativo management», si legge nell’esposto. Nel frattempo Fs ha aumentato i controlli e licenziato due dipendenti colpevoli di aver trascurato le manutenzioni. Ma non basta. La ricerca di un responsabile esterno sembrerebbe, in attesa di ulteriori indagini, tesa ad alleggerire le colpe di un disastro che ha bloccato mezza Italia.

Le ripercussioni politiche – Al centro delle polemiche non può che esserci Matteo Salvini, il ministro dei Trasporti del governo Meloni. «Per recuperare i danni del malgoverno della sinistra – scrive su X il ministro – abbiamo avviato un piano da 100 miliardi di investimenti per le infrastrutture ferroviarie, con oltre 1.200 cantieri già attivi per recuperare decenni di ritardi sulle ferrovie di questo paese». La priorità è raggiungere gli obiettivi del Pnrr entro il 2026 e quindi, come afferma Fs, poter contare su «una rete ferroviaria, efficiente e sicura». A un anno dalla scadenza, i risultati dicono che nell’ultimo weekend i disservizi sono avvenuti sempre sulle linee ad alta velocità e in tre casi (uno è quello delle ore 7.11 dell’11 gennaio tra Milano Centrale e Milano Lambrate) la causa è la «disalimentazione della corrente elettrica».

I problemi – Troppi treni o troppo pochi binari. La radice del problema è tutta qui. Secondo i dati Istat, nel 2023 ci sono stati 800 milioni di passeggeri, mentre viaggiano 9.000 treni al giorno. Numeri esorbitanti per infrastrutture che sono più o meno rimaste agli anni Settanta e non reggono questo tipo di sovraccarico. In più, i nodi ferroviari, cioè i punti in cui si intersecano più binari, non sono stati mai potenziati e il 54% della rete ferroviaria italiana è ancora a binario unico. Le Ferrovie dello Stato prevedono di spendere circa 60 miliardi fino al 2034 per ammodernare la rete tra raddoppiamenti dei binari e nuove gallerie, ma portare avanti insieme tutti i lavori è un’impresa difficile: spesso i cantieri già partiti hanno costretto Fs a disporre la chiusura temporanea o totale di alcune linee. Con un ulteriore sovraccarico per le linee funzionanti.