Il futuro di 250 milioni di bambini è in pericolo. È quanto denuncia il rapporto “A Future for the World’s Children?” realizzato da Unicef, Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Lancet, la rivista britannica che si occupa di scienza e medicina. Le cause sono l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’obesità e l’overdose di marketing alla quale sono sottoposti. È stato elaborato un indice globale di 180 Paesi che valuta il benessere dei più piccoli in termine di salute, istruzione e nutrizione.

I promotori – «Nonostante la salute dei bambini e degli adolescenti sia migliorata negli ultimi 20 anni, i progressi si sono fermati e sono destinati a tornare indietro», sottolinea Helen Clark, ex primo ministro della Nuova Zelanda e copresidente della Commissione di esperti che ha redatto il rapporto. Oltre 2 miliardi di persone vivono in paesi in cui lo sviluppo è ostacolato da crisi umanitarie, conflitti, disastri naturali e problemi legati al cambiamento climatico. Clark aggiunge: «Si stima che circa 250 milioni di bambini sotto i 5 anni nei Paesi a medio e basso reddito rischino di non raggiungere il loro potenziale di sviluppo, secondo misurazioni indicative sulla malnutrizione cronica e la povertà». Secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, questo rapporto «mostra che i decision makers del mondo stanno deludendo, troppo spesso, i bambini e i giovani di oggi: non proteggono la loro salute, i loro diritti e il loro pianeta». Un minorenne ogni anno assorbe 300 mila annunci pubblicitari tramite la televisione. Bambini e ragazzi vengono spinti verso il consumo di cibo spazzatura, bevande zuccherate, alcol e tabacco. Il numero globale di minorenni obesi è aumentato di 11 volte: dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016.

La classifica – Nord Europa in testa, Africa in coda. Secondo l’indice globale di 180 Stati, i primi 5 Paesi con le migliori condizioni di vita sono la Norvegia, la Repubblica di Corea, i Paesi Bassi, la Francia e l’Irlanda. Mentre al lato opposto della classifica si trovano la Repubblica Centrafricana, il Ciad, la Somalia, il Niger e il Mali. In questo elenco l’Italia è ventiseiesima, dopo Israele, ma prima degli Stati Uniti.

Il Manifesto – Nel rapporto è presente un Manifesto di 5 punti. Prima di tutto viene chiesto di affrontare la questione climatica e di “fermare le emissioni di anidride carbonica con massima urgenza”. Successivamente gli autori invitano a “mettere i bambini e gli adolescenti al centro degli sforzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile”. Segue “portare avanti nuove politiche e investimenti in tutti i settori per lavorare per i loro diritti e la loro salute”. Al quarto punto “la proposta di incorporare le voci dei bambini nelle decisioni politiche”. Infine, “inasprire la regolamentazione nazionale per il marketing commerciale dannoso”.